8 agosto 2018 - 15:38

Atalanta, la trasferta in Israele per cinquanta irriducibili

Per i supporter della Curva il «passaggio» di un charter. Altri partono in ordine sparso

di Donatella Tiraboschi

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Chiamateli gli irriducibili. Quelli che nessun fattore, né logistico né economico, può tenere lontano dalla Dea. Quelli che traducendo in pratica lo slogan-canzone «you’ll never walk alone» («continua a camminare con la speranza nel cuore, e non camminerai mai da solo»), non si fermano davanti a niente. La speranza c’è, ed è quella di superare brillantemente il terzo turno preliminare di Europa League contro gli «squali» (questo il loro nomignolo) dell’Hapoel Haifa. Quanto alla solitudine del cammino verso Israele, beh, c’è da dire che i cuori che batteranno a 4 mila chilometri di distanza da Bergamo, domani sera, saranno una cinquantina. Anche stavolta il nerazzurro sventolerà alto.

Cuori non solitari, presenti nello stadio da 31 mila posti di Haifa, dedicato a Sammy Ofer (il magnate che ha donato 20 milioni di dollari per la costruzione) che coraggiosamente hanno pianificato la trasferta fin dal primo momento in cui, tornando da Sarajevo, hanno saputo del prossimo avversario dell’Atalanta. E sono stati pure contenti, perché se Israele è scomodo, l’Islanda sarebbe stata pure peggio. Lo sostengono i ragazzi della Curva che, da un punto di vista logistico, si sono compattati per affrontare il viaggio in gruppo. Un piccolo gruppo. Loro saranno una trentina, mentre i restanti venti aficionados nerazzurri prossimi allo sbarco si sono organizzati in modo autonomo. Le risultanze dell’affluenza nel settore ospiti dello stadio israeliano sono date dalla richiesta dei biglietti, che la società nerazzurra monitora costantemente. Come il tifo nerazzurro viaggi o si sia sistemato, questo, però, l’Atalanta non lo sa, ma la via da percorrere è una sola: ci si può arrivare solo in aereo.

Qualcuno partirà da Venezia, altri da Malpensa sulla tratta diretta Milano- Tel Aviv, mentre — per la serie la fortuna aiuta gli audaci — i supporter della Curva voleranno da Verona questa sera. Si sistemeranno su un charter che, in partenza dall’Italia vuoto, ha concesso loro la possibilità di un «passaggio» fino in Israele. Non un aereo-stop, intendiamoci, ma un passaggio a pagamento, anche se niente di paragonabile ai costi delle tariffe di linea (l’andata e ritorno con Alitalia si aggira sui 1.300 euro). Ne approfitteranno in 25, dal momento che già alcuni di loro, anticipando i tempi, si trovano in avanscoperta da qualche giorno. Un’opportunità segnalata da un tour operator che non hanno voluto lasciarsi scappare.

Costi quel che costi insomma. La trasferta, considerando tutti gli annessi e connessi, comporterà un esborso quantificabile tra i 600 e i 700 euro, calcolando le spese di vitto e di alloggio con un soggiorno che, in alcuni casi, si protrarrà per due notti. Quindi, se qualcuno tornerà a Bergamo nella giornata di venerdì altri, invece, dovranno aspettare sabato per la coincidenza di una tratta d’imbarco su Kiev o Istanbul. E le spese con due pernottamenti lieviteranno, inevitabilmente. «Purtroppo sono impossibilitato ad andarci — è il rammarico grande come una casa dell’onorevole Daniele Belotti —. Per quelli che ci saranno, sarà una bella avventura». Potranno dire «io c’ero». Anche televisivamente parlando le cose sembrano essere piuttosto complicate, tanto che i social, ieri, erano attraversati dall’annosa domanda: ma dove si vede la partita? Molti contavano di vederla in chiaro su TV8, ma le speranze passerebbero invece da Sky Sport, anche se non ci sono ancora certezze (manca un accordo definitivo sui diritti). Tutto più semplice e ormai rodato per la gara di ritorno a Reggio Emilia il giorno dopo Ferragosto, le iscrizioni per viaggi in pullman sono già aperte e i 200 chilometri di autostrada, guardando Israele, una bazzecola.

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