Bologna

Padova, inchiesta sull'accoglienza. L'ex prefetto: "Ne abbiamo fatte di porcherie"

Patrizia Impresa è prefetto di Bologna dai primi di luglio 2018. Ha preso il posto di Matteo Piantedosi, ora al Viminale 
Patrizia Impresa, oggi a Bologna, non è indagata ma la telefonata imbarazzante fu intercettata dai carabinieri che indagavano su presunti illeciti nella gestione degli immigrati da parte di società locali. Lei si dice "amareggiata, frasi estrapolate". Il ministro Salvini: "Responsabilità del Pd"
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BOLOGNA - E’ il 14 aprile 2017 quando al telefonino di servizio, intestato al ministero dell'Interno, l'attuale prefetto di Bologna, ex prefetto di Padova, Patrizia Impresa, arriva una telefonata del suo vicario, il viceprefetto Pasquale Aversa. È una telefonata delicata e imbarazzante, riguarda la gestione dei progetti di assistenza agli immigrati che attendono lo status di rifugiati politici. Materia delicatissima per via delle pressioni politiche del Governo, delegata dalla prefetto al suo vicario Aversa. Quel telefono è intercettato dai carabinieri su mandato del pubblico ministero Federica Baccaglini, perché c'è il sospetto di illeciti nell'affidamento della gestione degli immigrati ad alcune società locali. Nella telefonata sono la stessa signora prefetto e il suo vicario a definire “porcherie” quelle che andavano avallando: rivolta al viceprefetto Aversa, Patrizia Impresa, rivela il Mattino di Padova, dice: "È vero che ne abbiamo fatte di porcherie ma quando le potevamo fare". Asciutta quanto eloquente la replica di Aversa: "Esatto".
 
Ad aprile, da tre mesi Patrizia Impresa non è più prefetto di Padova, è stata promossa e richiamata a Roma per ricoprire l'incarico di vicecapo di gabinetto del nuovo ministro dell'Interno Matteo Salvini. La sua nomina è stata fortemente voluta dal capo di gabinetto Matteo Piantedosi. Anche il viceprefetto Aversa ha lasciato Padova: il nove agosto scorso, su segnalazione del gabinetto del ministro Salvini, ed è stato nominato commissario prefettizio al Comune di Gioia Tauro, commissariato per infiltrazioni mafiose.

A Padova Aversa è indagato per abuso di potere, rivelazione di atti d'ufficio, turbativa d'asta ed altri gravi reati. E il suo ruolo viene

segnalato in una informativa redatta dal Nucleo operativo dei carabinieri di Padova, 437 pagine che ricostruiscono un sistema di manipolazione dei dati capaci di far lievitare la spesa garantendo guadagni esorbitanti per gli enti gestori coccolati dalle connivenze ministeriali.

Nel rapporto i carabinieri spiegano il percorso fatto dalla Cooperativa Edeco che ha decuplicato il fatturato in tre anni. Risultano assistiti oltre novecento migranti ma i dati sono gonfiati, le spese non rendicontate e, al telefono, funzionari della Prefettura e amministratori della Edeco concordano i falsi numeri da trasmettere al ministero, un ruolo che, secondo gli inquirenti, era assegnato ad una funzionaria, Tiziana Quintinario, poi trasferita in tutta fretta e mandata in prefettura a Bologna.

 Il fascicolo padovano arriva anche alla procura di Catanzaro per i singolari punti di contatto che l'indagine padovana presenta con quella condotta dal procuratore aggiunto Vincenzo Luberto e coordinata dal procuratore distrettuale Nicola Gratteri sulla gestione del Cara di Isola Capo Rizzuto da parte della Prefettura di Crotone.

Un’inchiesta complessa, che non vede il prefetto Impresa tra gli indagati, ma che crea un certo imbarazzo perché la prefettura di Padova risulta aver “coperto” le attività della Cooperativa Edeco arrivando ad avvertire i titolari in caso di ispezioni e persino perquisizioni. E poi c’è quella frase, quella nella quale si parla di “Porcherie fatte sui migranti”, un brutto capitolo.

·IMPRESA: "AMAREGGIATA, FRASI ESTRAPOLATE"
Patrizia Impresa si dice "amareggiata, sono state estrapolate e pubblicate frasi completamente decontestualizzate. Sono amareggiata - ribadisce - ma assolutamente certa della correttezza dei miei comportamenti. Quelle frasi fanno parte di un carteggio di centinaia di pagine ampiamente esaminato dall'autorità giudiziaria".

·SALVINI: "RESPONSABILITA' DEL PD"
"Il governo di centrosinistra negava l'emergenza sbarchi, ma poi scaricava il problema sui prefetti e li costringeva a spostare i clandestini da un Comune all'altro - come nel gioco delle tre carte - per non irritare sindaci del Pd, ministri in visita o presidenti Anci del Pd", attacca il ministro degli Interni Matteo Salvini. "È il quadro vergognoso che emerge dall'inchiesta di Padova. Io, invece, voglio bloccare gli sbarchi e mi prendo tutte le responsabilità delle mie scelte. Se qualche funzionario ha sbagliato è giusto che paghi. Ma chi sono i mandanti politici di tutto questo?".

·FI: IMPRESA SI DIMETTA
Quello che emerge dall'inchiesta di Padova è "semplicemente desolante, ancor più preoccupante è pensare che alcuni di questi funzionari siano oggi a capo della Prefettura di Bologna, dove si sono posti immediatamente in piena sintonia con il potere politico che da decenni governa questo territorio", dichiara il deputato bolognese di Forza Italia Galeazzo Bignami, che chiede le dimissioni di Impresa: è "evidente che l'attuale Prefetto di Bologna non possa essere considerata parte della soluzione del problema dei migranti nel nostro territorio, rischiando addirittura di diventare lei stessa parte del problema".