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Rimini, chiuso il Lady Godiva (sotto al Grand Hotel) per prostituzione: 19 misure cautelari

L'operazione Privè della polizia riguarda anche lo spaccio di stupefacenti

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RIMINI Nel giorno in cui il celebre playboy romagnolo Zanza "cade in battaglia", lasciando questo mondo nel modo in cui forse si sarebbe sempre augurato, un altro mito erotico della Riviera subisce un duro colpo. Là dove Fellini ambientò l'incontro tra la sensuale parrucchiera Ninola che si offriva compiacente all'autorità di passaggio ("Signor Principe, gradisca..." da cui il soprannome Gradisca), la polizia ha arrestato con l'accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione anche il titolare, il gestore e l'addetto alla sicurezza del famoso night club Lady Godiva,  al piano interrato del Grand Hotel di Rimini (che nulla ha a che vedere col night e con l'inchiesta). Allo storico locale sono stati messi i sigilli.

Sono diciannove i destinatari delle misure cautelari disposte dal gip Vinicio Cantarini su richiesta del pm Davide Ercolani ed eseguite questa mattina dalla polizia di Stato. Per otto di loro è scattata la custodia in carcere, per quattro ai domiciliari e sette hanno l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Gli accertamenti della squadra mobile si sono concentrati sulla gestione del Lady Godiva, dimostrando che il rappresentante legale del night, uno dei soci, un dipendente part-time ma di fatto gestore del locale, e gli addetti alla sicurezza favorivano e sfruttavano la prostituzione delle dipendenti assunte come figuranti di sala, che si concedevano nei privè dove venivano organizzati gli incontri con i clienti.

Gli indagati sono accusati di aver ricevuto gran parte dei soldi riscossi dalle prostitute che venivano istruite sul tipo di prestazioni da fornire, sul come comportarsi con i clienti e come riscuotere il denaro. Le indagini sono iniziate nell'autunno del 2016, e hanno evidenziato l'attività di prostituzione all'interno del locale dove venivano anche consumati e spacciati stupefacenti, in prevalenza cocaina: tutto documentato da filmati e fotografie in mano agli inquirenti.

L'amministratore e il gestore del night devono rispondere penalmente anche di aver adibito il locale a luogo di convegno di persone che si davano allo spaccio e al consumo di cocaina, mentre è stato accertato che un buttafuori procurava gli stupefacenti sia all'amministratore che alle ragazze che si prostituivano nel locale.

Indagando su una rete di spacciatori, gli agenti dell'Antidroga hanno portato alla luce e documentato un 'sottobosco' di criminalità, soprattutto albanese, legata allo spaccio di cocaina e a reati di prostituzione. Nel corso di quest'indagine stato possibile risalire anche all'identificazione degli autori della rapina dell'orologio Bulgari subita da un noto avvocato riminese mentre rincasava la sera del 6 febbraio del 2017: in due sono finiti in carcere.

Il Giudice per le indagini preliminari ha disposto anche il sequestro preventivo del night, poiché l'indagine ha dimostrato che nel locale veniva consumata l'attività criminosa del favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.