Bologna

Bologna, 30 anni al boss della 'ndrangheta Sarcone per due omicidi

Rito abbreviato. Altri quattro imputati andranno a giudizio

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BOLOGNA - E’ stato condannato a 30 anni di reclusione il boss della ‘ndrangheta Nicolino Sarcone, giudicato per gli omicidi di Nicola Vasapollo (il 21 settembre ‘92 a Reggio Emilia) e Giuseppe Ruggiero (il 22 ottobre sempre del ’92 a Brescello). Il processo si è celebrato con rito abbreviato ed alla sbarra oltre Sarcone c’era anche il pentito Antonio Valerio, grazie al quale la Dda di Bologna era riuscita a dare un nome ai killer entrati in azione 26 anni fa.

Il Gup Gianluca Petragnani ha sostanzialmente accolto le richieste dell’accusa, rappresentata dalla pm Beatrice Ronchi, che aveva chiesto 30 anni per Sarcone e 12 per Valerio. Per quest’ultimo il giudice ha deciso per soli otto anni di reclusione proprio in virtù della sua collaborazione.

Altri 4 imputati (ossia il boss Nicolino Grande Aracri, Angelo Greco, Antonio Ciampà e Antonio Lerose) hanno scelto rito ordinario e sono stati rinviati a giudizio avanti alla Corte di Assise di Reggio Emilia, dove il 12 febbraio prossimo affronteranno il processo ordinario.

Secondo l’inchiesta della Dda a ordinare, e in un caso a partecipare, all'assassinio di Vasapollo e Ruggiero era stato Grande Aracri. E a raccontare i dettagli dei due agguati è stato Valerio. I due omicidi si inseriscono nel quadro di una guerra di mafia per il predominio tra l'allora cosca dominante delle famiglie Grande Aracri, Dragone e Arena e gli “scissionisti” di cui facevano parte Ruggiero e Vasapollo. Le indagini della polizia per risolvere i due “cold case” sono state utili a stabilire che i due finirono nel mirino dei sicari perché pretendevano maggiore autonomia, rispetto alla cosca madre, nel controllo del traffico di droga in Emilia Romagna.