Bologna

Costringeva connazionale a prostituirsi, nigeriana arrestata a Bologna

La donna, 33 anni, è accusata di reclutamento, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Fermata dalla polizia

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Una 33enne nigeriana, Rosemary Obire, è stata arrestata dalla Polizia per reclutamento, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione di una giovane connazionale, portata in Italia dopo essere stata sottoposta al rito "juju", una pratica voodoo per assoggettare le ragazze, già emersa in molte indagini sulla prostituzione nigeriana.

La donna, finita ai domiciliari con un'ordinanza del Gip di Bologna Rossella Materia su richiesta del Pm Stefano Orsi, risponde anche di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, tutti reati aggravati dall'essere stati commessi con violenza e minaccia ed ai danni di più persone. L'indagine della squadra Mobile di Bologna ha avuto origine dalla denuncia presentata lo scorso maggio dalla giovane vittima, che ha raccontato la propria odissea iniziata nel 2016 quando decise di lasciare la Nigeria dietro la falsa promessa di un'attività lavorativa da svolgere in Italia.

Dopo il consueto rito, che la obbligava alla promessa di pagare 30mila euro alla "madame" alla quale sarebbe stata affidata, aveva attraversato la Libia sbarcando a ottobre sulle coste della Sicilia. Condotta in un centro di accoglienza a Milano, era stata prelevata dalla 33enne che l'aveva portata nella sua abitazione a Cadelbosco di Sopra, nel Reggiano, e avviata all'attività di prostituzione nel Modenese insieme a un'altra giovane connazionale. La scorsa primavera è riuscita a scappare e a chiedere aiuto alla Polizia.