Bologna

Reggio Emilia, bimbo di cinque mesi muore dopo circoncisione in casa

Il piccolo era stato portato in condizioni disperate al policlinico di Bologna. Indagati i genitori per omicidio colposo. La Grande Moschea di Roma: "Basta interventi fatti in ambienti non sterili".

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SCANDIANO (Reggio Emilia) - Un bimbo di cinque mesi è morto nella notte tra venerdì e sabato all'ospedale Sant'Orsola di Bologna, dov'è arrivato venerdì pomeriggio da Scandiano (Reggio Emilia) in condizioni disperate a causa di un intervento di circoncisione fatto in casa dai genitori, di origine ghanese. Gli accertamenti dei carabinieri di Reggio Emilia sono scattati venerdì su segnalazione dell'ospedale di Scandiano. Sul caso la Procura reggiana ha indagato i genitori per omicidio colposo.

La salma del piccolo è a disposizione della Procura per l'esame autoptico che la pm, Isabella Chiesi, deve ancora fissare. Il bimbo è stato portato venerdì pomeriggio all'ospedale di Scandiano in arresto cardiaco. Secondo quanto finora ricostruito, il neonato era in condizioni disperate dopo aver subito un intervento domestico di circoncisione, che sarebbe stato fatto dagli stessi genitori. Si è reso quindi necessario il trasporto d'urgenza con l'elisoccorso al Sant'Orsola di Bologna dove il piccolo poi è deceduto. Indagini sono in corso.

"È un fatto gravissimo e auspico che i responsabili paghino severamente di fronte alla legge per questo atto inaudito". Così Alessio Mammi, sindaco di Scandiano, il paese di circa 26mila abitanti del Reggiano dove è stata praticata in casa una circoncisione risultata fatale per un bimbo di pochi mesi, poi morto in ospedale a Bologna.

"Tutta la comunità si stringe intorno al bambino che ha perso la vita per un atto gravissimo, ci stringiamo in preghiera", ha detto il primo cittadino, ma "è naturalmente gravissimo che questo accada nel 2019, è preoccupante che ci siano ancora individui che praticano queste attività rituali, di carattere molto antico, che portano a rischiare la vita di bambini così piccoli", soprattutto considerando "che abbiamo una rete di servizi territoriali molto capillari che consentono di fare simili interventi in sicurezza e nelle fasi di vita più adeguate per i bambini".

Per motivi culturali, religiosi o igienici tra i 4.000 ed i 5.000 bambini stranieri ogni anno in Italia vengono circoncisi. Circa il 35% subisce la pratica clandestinamente, e spesso non realizzata da medici, con il rischio di infezioni ed emorragie che possono diventare letali.

I precedenti. Prima del bimbo di cinque mesi morto a Scandiano, l'ultimo decesso dovuto a questo 'rito' è avvenuto a Monterotondo alle porte di Roma, lo scorso dicembre. La vittima era un bimbo di due anni figlio di nigeriani, circonciso insieme al fratello gemello che è riuscito a sopravvivere in rianimazione. Nel 2016 morì un bimbo a Torino, altre vittime a Treviso e Bari. Foad Aodi, presidente dell'Associazione Medici di origine straniera in Italia si batte contro le circoncisioni fuori controllo e chiede aiuto al Ministero della Salute.

I dati dei bimbi circoncisi raddoppiano, arrivando a 9.000 - 10.000 bambini l'anno, se si considerano anche quelli che, pur vivendo in Italia, vengono 'operati' nei paesi d'origine.

In alcune regioni come il Lazio ed il Veneto le famiglie di migranti (per lo più tunisini, egiziani, nigeriani, iracheni, siriani e di tutti i paesi africani e albanesi di origine mussulmana) possono accedere al Servizio sanitario con una spesa che varia dai 250 ai 400 euro. In Toscana invece c'è un regime di convenzione. Costi ancora troppo alti per chi vive in situazioni di indigenza. Ma c'è anche un altro aspetto che favorisce la clandestinità: nel Lazio, ad esempio, alcune strutture pubbliche sottopongono alla circoncisione soltanto i bambini che hanno compiuto i 4 anni, per altre, come il poliambulatorio di Civitavecchia, devono avere almeno 12 anni soprattutto per questioni legate all'anestesia.

"Ma il 99% dei genitori chiede di poterlo fare quando il bambino ha pochi mesi", spiega Foad Aodi che ha lanciato un appello al Ministero della Salute perchè autorizzi "la circoncisione nelle strutture sanitarie pubbliche e private a livello nazionale con prezzi accessibili" ed anche "per abbassare l'età" di accesso alla pratica. Privatamente i costi raggiungono anche i 2500 euro, con picchi fino 4000 euro. Ad alimentare il mercato clandestino sono anche i molti irregolari che ovviamente non possono rivolgersi a strutture autorizzate. Nei paesi d'origine la circoncisione, che non viene praticata dai medici, costa pochissimo, spesso basta un'offerta.

La Grande Moschea di Roma: "Andate in ospedale". La tragedia di Scandiano ha spinto Il Centro islamico culturale d'Italia, noto come la Grande moschea di Roma, a intervenire. E a lanciare un appello ai musulmani in Italia affinché si avvalgano unicamente di strutture sanitarie pubbliche o private per svolgere la circoncisione rituale. Il Segretario generale della Grande Moschea, Abdellah Redouane, lancia il suo appello tanto alle famiglie quanto alle istituzioni pubbliche: "Le circoncisioni fatte in casa o in ambienti tutt'altro che sterili da persone non qualificate - scrive infatti - mettono a rischio i bambini, spesso piccolissimi, di morte o di malformazioni gravi". Il problema, aggiunge Redouane, è che in Italia "metà delle circoncisioni viene fatta in maniera clandestina per l'alto costo dell'operazione, che non è riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale. Il tema è noto, ne abbiamo parlato e ne parliamo ai congressi scientifici, ci siamo rivolti alle istituzioni e anche ai politici. Il Servizio Sanitario Nazionale non riconosce la pratica se eseguita per motivi cultuali e non medici, e questo porta chi non può permettersi di andare in clinica a rivolgersi a persone non qualificate".