Bologna

Bologna, il bando per l'accoglienza dei migranti fa flop

Un'unica offerta solo per 40 ospiti. Il sindaco Merola: "Un'operazione propagandistica del ministro Salvini che si sta dimostrando l'ennesimo buco nell'acqua"
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"Un esito abbondantemente annunciato", frutto di "un'operazione propagandistica del ministro Salvini che si sta dimostrando l'ennesimo buco nell'acqua". Il sindaco Virginio Merola commenta così i risultati dell'ultimo bando per l'accoglienza diffusa della Prefettura, disertato per protesta dalle cooperative bolognesi e andato quasi deserto. Valeva 22 milioni di euro, ma è arrivata un'unica offerta da parte di una cooperativa veneta, per appena 40 migranti, rispetto a un fabbisogno di 850. "Ridurre così l'importo significa voler dire che bisogna lavorare in condizioni di sfruttamento", sottolinea Merola, ricordando che "non si trattava di far finire la pacchia, ma di fare bandi regolari in tutta Italia e garantire un servizio adeguato". Ora, si chiede il sindaco, "come verranno seguite queste persone? Gireranno libere per la nostra città e chi garantirà maggiore sicurezza? Non perché siano delinquenti, ma perché sono abbandonate: questo è l'effetto del famoso decreto Salvini", conclude Merola.
 
 L'orientamento della Prefettura, di concerto col Viminale, è quello di bandire entro giugno (quando scadrà la proroga del servizio) una nuova gara, stavolta per strutture più grandi, con una capienza fino a cinquanta persone, sperando così di attirare un maggior numero di offerte. Intanto domani saranno aperte le buste per la seconda gara, quella relativa alla gestione dell'hub di via Mattei, alla quale invece le coop bolognesi hanno scelto di partecipare. Una decisione che il presidente del consorzio L'Arcolaio, Stefano Marchioni, motiva in una nota:  "L'Arcolaio - spiega - si è presentato insieme a una rete di altri soggetti che unisce esperienze e competenze che vogliono garantire il servizio più adeguato nonostante le condizioni critiche imposte. Lo ha fatto perché vuole continuare a essere un interlocutore, nella convinzione che sarà necessario ricucire lo strappo che si sta consumando tra enti del terzo settore, professionisti nell'ambito della tutela dei diritti e istituzioni"