31 agosto 2018 - 12:41

Addio a Vittorio Buffoli, «direttore» della grande Mina

Musicista e paroliere, per 40 anni ha collaborato con la cantante, dirigendone la casa discografica Pdu. Milanese di nascita, ma clarense d’adozione, è morto a 93 anni

di Costanzo Gatta

Una foto ricordo di Buffoli mentre balla con Mina Una foto ricordo di Buffoli mentre balla con Mina
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Addio a Vittorio Buffoli, il musicista che ha scritto canzoni per Mina, per Nicola Arigliano, per Umberto Bindi, per Celentano e altri. Anche se nato a Milano il 16 ottobre 1924 apparteneva a una rispettabile famiglia di Chiari. E nella sua abitazione di Chiari ha chiuso gli occhi ieri pomeriggio. Da tempo non aveva più la forza per nutrirsi. Lo aiutavano con le flebo. Aveva 94 anni. Il funerale domani alle 16 a Chiari.

Per 40 anni ha collaborato con la grande Mina che gli ha affidato anche la direzione della sua casa discografica: la Pdu. La ragazza di Cremona nel 1958 era conosciuta come Babygate. «Mettiti al piano, ascoltala, Vittorio, sembra che abbia bella voce» gli dice un giorno Alfredo Rossi noto talent scout milanese. La ragazza allampanata— 1.79, gambe lunghissime, corpo fasciato da una mini che più mini non si poteva — lasciò a bocca aperta Buffoli e chi l’aveva ascoltata. Poi, disciplinata , pensò bene di seguire ogni consiglio del pianista bresciano. A lui restò sempre legata affidandogli arrangiamenti, orchestrazioni.

Anche Celentano, nel 1960, ha incontrato Buffoli. Sua una delle prime canzoni del molleggiato: «Ritorna lo shimmy». Per Arigliano assieme a Calabrese ha scritto invece «Arrivederci». Un successo che si ricorda ancora. Per Umberto Bindi è nata l’aria de «Il nostro concerto». Nel mondo della musica capita che non tutte le canzoni portino la firma dell’autore. Per varie ragioni un testo o una partitura vengono depositate alla Siae con altra firma. Anche al nostro è capitato. E spesso si è morso le mani. Altri riconoscimenti. Premio per la miglior colonna sonora di spot pubblicitari con Tognazzi e Vianello. Altri amici o collaboratori, alla rinfusa: Ray e Bruno Martino (musica nel 1956 a Cortina). Anni dopo Fred Bongusto e Sergio Endrigo cantano con l’orchestra Buffoli. Gemellaggio con Trovajoli (Bussola di Viareggio). Nel 1958 quale direttore artistico della Ariston, dirige l’orchestra del primo disco di Carla Boni.

Più tardi lo troviamo in tournée con le gemelle Kesser Intanto scrive la canzone «Il mago» per Antoine, noto per la canzone «Se sei brutto ti tirano le pietre». Ci sarebbe dell’altro. Molto altro. Dire a Chiari Buffoli è come ricordare lo studio notarile del nonno di Vittorio e del padre Giuseppe. Fra quelle mura venne ratificato il riconoscimento di paternità di Benito Albino, figlio di Ida Dalser e di Benito Mussolini. Era l’11 gennaio 1916 quando davanti al notaio comparve Benito Mussolini. Era da poco uscito dall’ospedale militare dopo la malattia contratta al fronte. Alla presenza di Ida Dalser ed altri testimoni dichiarò che «il bambino chiamato Albino Benito Dalser era figlio suo». Anche questo episodio sconosciuto è stato raccolto da Guerino Lorini, storico di Chiari che ha scritto un libro sulla vita del povero Buffoli, libro edito 7 anni fa dalla Gam. Buffoli s’ è avvicinato alla musica a 4 anni. Non ha mai smesso. Essendo particolarmente dotato, due grandi maestri di casa (Bossi e Carati) l’hanno orientato non solo verso il pianoforte, ma pure il violino e la composizione. Vittorio ha debuttato nel 1939, a 15 anni, nel teatrino San Carlo di Rovato. Niente canzoni. Solo Schubert e Massenet. Ma nel 1941 Buffoli decide di dire addio alla musica classica. A folgorarlo è la canzonetta e la musica leggera. Debutta così al Comunale di Chiari. Sorpresa! In scena c’è anche Guido Berlucchi. Il re delle bollicine di oggi era allora considerato «Il mago della fisarmonica». Può capitare.

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