12 maggio 2018 - 13:58

Acqua pubblica, asse Forza Italia-Pd: referendum a rischio

I comitati: «È abuso d’ufficio, denunceremo»

di Matteo Trebeschi

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Una mozione potrebbe cambiare le sorti del referendum sull’acqua pubblica. E cancellarlo. A proporre questa strada ieri è stato Isidoro Bertini, consigliere provinciale di Forza Italia. Se i sindaci tornassero ad esprimersi a breve sul futuro del gestore unico - con una maggioranza di «sì» per la società pubblico-privata - il referendum di ottobre potrebbe anche saltare. «A quel punto sarebbe inutile» sostiene Bertini.

Per lui, dopo il voto dei sindaci bisognerebbe «fare una verifica giuridica» in modo da capire se ci sono gli spazi, in consiglio provinciale, per «ritirare la consultazione». Ma tutto partirebbe da una mozione, che ieri Bertini ha detto di voler presentare proprio per ragionare su questa eventualità. Una strada, quella di eliminare il referendum, che non dispiacerebbe al Partito democratico, convinto dell’«inutilità» della consultazione. L’ipotesi potrebbe però infiammare le polveri nella base elettorale. Mottinelli lo sa e, non a caso, ieri ha cercato di buttare acqua sul fuoco: «il referendum non è in discussione, il consiglio provinciale - ha spiegato al telefono - ha votato sì alla consultazione. La data potrebbe essere il 28 ottobre, stiamo aspettando alcune risposte dalla prefettura».

Nel caso l’assemblea dei sindaci confermasse il sì alla società di gestione pubblico-privata, allora «la palla passerebbe ai proponenti» del referendum. I quali però non hanno alcuna intenzione di ritirare la consultazione. Anzi, hanno ribadito che i sindaci dovrebbero tener conto dell’esito referendario e farsene portabandiera. Un sillogismo che non trova d’accordo Matteo Zani, primo cittadino di Lumezzane. L’amministratore Pd, durante l’assemblea dei sindaci del 20 aprile, aveva precisato che lui non avrebbe cambiato idea sul futuro del gestore unico. E, probabilmente, nemmeno gli altri sindaci, al di là dall’esito del referendum.

Da qui la richiesta di Zani - espressa verbalmente - di convocare un’assise dei sindaci prima della consultazione di ottobre. «Se perviene una richiesta in forma scritta - spiega Mottinelli - io convoco l’assemblea». Come dire, fa parte della procedura. A sospettare qualcosa di diverso da una formalità sono i comitati referendari, rappresentati in provincia da Marco Apostoli (Bene Comune). «Se cancellano il referendum - spiega - si espongono ad un ricorso al Tar e ad una denuncia per abuso d’ufficio». L’asse Forza Italia-Pd riparte quindi dai banchi del Broletto. E non è chiaro dove porterà. «Di eventuali forzature si assumeranno la responsabilità», sostiene Apostoli. Bertini potrebbe presentare la mozione a giugno, Zani forse prima. In palio c’è il futuro della gestione (pubblica) dell’acqua e il diritto a garantire investimenti, controllo e accesso all’oro blu. Chi deve decidere: sindaci o cittadini?

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