17 maggio 2018 - 11:18

Rivoluzione Tremolada:
un nuovo «governo» per la curia

Gaetano Fontana vicario generale, quattro vicari territoriali

di Marco Toresini

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Aveva annunciato la sua piccola-grande rivoluzione all’omelia della messa crismale, il giovedì santo. Nell’occasione aveva detto: «Sento il bisogno di avere contatti costanti con l’intero popolo disteso su un ampio territorio: considero indispensabili collaboratori che mi aiutino a fare questo». Collaboratori che, ha aggiunto, devono essere «pastori e non comandanti o condottieri». Così, ad un mese e mezzo da quel piano programmatico, sono arrivate le nomine dei nuovi vicari, che in Curia stanno al Vescovo - tanto per capirci — come gli assessori di una città al loro sindaco. Sì, perché il vescovo Pierantonio Tremolada lo ha sempre ribadito: «Il vescovo non è un monarca né un solitario e i presbiteri non sono i suoi subalterni e neppure i suoi rappresentanti o delegati. Al contrario essi sono necessari collaboratori. Il vescovo non potrà mai farne a meno e dovrà decidere con loro e grazie a loro».

La «trasformazione»

Dopo queste nomine il consiglio episcopale esce radicalmente trasformato nei volti ma anche nella concezione (ad esempio vengono tutti da un ruolo di parroco). Il vescovo, infatti, ha voluto un vicario territoriale per ognuna delle quattro zone in cui è divisa la diocesi (una delle più grosse d’Italia). Vicario generale, in sostituzione di Gianfranco Mascher, 74 anni e prossimo alla pensione, è stato nominato l’attuale abate di Montichiari, monsignor Gaetano Fontana, 61 anni, originario di Verolanuova, sacerdote dal 1988, curato a Pisogne e Chiari, parroco a Cologne prima della nomina nel 2010 a parroco di Montichiari. Vicario per il clero, invece, don Angelo Gelmini, 37 anni di Manerbio, parroco di Rezzato e Molinetto, rispettivamente dal 2015 e dal 2017. Vicario per la vita consacrata (al posto di monsignor Mauro Orsatti) monsignor Italo Gorni, 61 anni di Botticino, attuale parroco di Gavardo, Soprazzocco e Vallio Terme. Vicario per l’amministrazione (ruolo inedito all’interno del consiglio episcopale) don Giuseppe Mensi, 54 anni di Villachiara, ex redattore della Voce del Popolo e parroco di Folzano dal 2008. Il vescovo ha anche introdotto una nuova figura, quella del vicario territoriale, che va nella sostanza a surrogare il gruppo di vicari per il clero presenti nel precedente consiglio (don Riccardo Bergamaschi, monsignor Italo Gorni, monsignor Gian Mario Morandini, don Flavio Saleri e don Danilo Vezzoli). Il vicario territoriale per la Valcamonica, Sebino, Franciacorta e Fiume Oglio è don Mario Bonomini, 50 anni di Gussago, parroco di Breno dal 2017. Don Alfredo Savoldi, 58 anni di Bagnolo, parroco di Castelcovati dal 2013, si occuperà della Bassa bresciana. Don Leonardo Farina, 57 anni di Orzinuovi, parroco di Maderno dal 2003 vigilerà su Benaco, Val Trompia e Valsabbia. Brescia e hinterland sono stati affidati invece a don Daniele Faita, 58 anni di Gussago, parroco di Cellatica dal 2010.

Voci dal territorio

Per volontà del vescovo tutti i nuovi vicari (ad esclusione di quello alla vita consacrata) lasceranno le parrocchie in cui operano e questo aprirà, presumibilmente dopo l’estate, un turn over di parroci anche in sedi storicamente prestigiose come Montichiari, che porta con sé il titolo di abate. Al nuovo consiglio episcopale (che va completato con altri due membri di diritto, il cancelliere don Marco Alba e il rettore del seminario, don Gabriele Filippini) manca ancora una casella: è quella del vicario episcopale per la pastorale dei laici (ruolo fino ad ora ricoperto da don Renato Tononi), un profilo — spiegano in Curia — ancora in fase di definizione. Le nomine sono immediatamente operative: la rivoluzione di mons. Tremolada non può attendere.

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