13 ottobre 2018 - 13:13

Dia, gioco d’azzardo «nel mirino»
Nasce una task force dedicata

Un gruppo interno di intelligence per mappare e studiare il problema nel distretto

di Mara Rodella

Dia, gioco d’azzardo «nel mirino» Nasce una task force dedicata
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Dopo le riflessioni e le riunioni. Dopo il confronto con i pm e una prima analisi statistica. Dalla teoria si passa alla pratica. Su iniziativa del procuratore generale Pier Luigi Maria dell’Osso, nasce all’interno della Dia (Direzione investigativa antimafia) di Brescia una «task force» speciale, dedicata solo al gioco d’azzardo e alle slot machine: «Un gruppo interforze interno, di intelligence, che sta iniziando a lavorare sotto la guida del colonnello Giovanni Gervasi», che dovrà «studiare il settore, fino a risalire alla filiera di forniture e produzioni», spiega il pg.

Perché «tanto se ne parla, è un tema delicato che genera introiti impressionanti», ma per prima cosa «dobbiamo avere una mappa adeguata al distretto in relazione al gioco d’azzardo». E attenzione, tiene a precisare il procuratore generale, «non solo se e quando ci troviamo di fronte a una rissa, un evento particolare, o al controllo degli organi centrali, perché nel lavoro investigativo quotidiano funziona così». D’ora in poi, invece, «andiamo a vedere i numeri e fotografiamo il fenomeno per prevenirlo: quello che manca, ad oggi, è proprio un’attività preliminare di approfondimento della conoscenza». A rischio c’è la stabilità di intere famiglie. «I casi legati alla dipendenza da slot o altri tipi di gioco d’azzardo hanno svariate ritorsioni: non penso solo alla ludopatia, ma all’enorme impatto sociale che ne deriva». Fino a irradiarsi all’usura, per esempio, o alle estorsioni, «generando una serie di criticità a catena».

E non lo nasconde, il procuratore generale: «Dallo Stato, sarebbe auspicabile una logica sempre più restrittiva». Senza dimenticare i possibili retroscena che si celano dietro a questa «piaga»: «Chi dirige l’orchestra di questo settore? Chi produce? Possono aprirsi scenari internazionali che non immaginiamo» anche eventualmente legati a forme di criminalità organizzata. La task force della Dia si interfaccerà logicamente con le varie procure, a livello distrettuale. Raccoglierà dati e casi concreti salvo poi lavorare nella prospettiva della prevenzione e con consapevolezza concreta. Se poi non ci fossero gli slogan in tv (e non solo), magari il compito sarebbe pure più semplice. «Sinceramente non vedo con favore la pubblicità del gioco d’azzardo, presentato peraltro in maniera molto suadente. Andrebbe limitata, se non addirittura abolita del tutto, senza che questo significhi in alcun modo minare o condizionare la libertà di decidere dei singoli. Pensiamo alle sigarette, peraltro un tempo legate al contrabbando gestito dai gruppi criminali, con gli stabilimenti in Montenegro»: niente più spot. E monitoriamo le slot.

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