6 aprile 2019 - 21:20

Conte: «Sì alla crescita sostenibile
no al lucro dei singoli imprenditori»

Fredda accoglienza degli industriali. Si concede ai selfie fuori dal teatro poi lunga visita al filosofo Severino. A Del Bono promette «impegno» per le bonifiche del sito Caffaro

di Pietro Gorlani

Conte: «Sì alla crescita sostenibile  no al lucro dei singoli imprenditori»
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«Nel decreto Crescita ci saranno tante misure a sostegno delle imprese. Ma non mi può interessare solo l’incremento del Pil se dovesse concentrarsi solo sul 3% della popolazione». E ancora: «Non sempre la ricchezza di un’impresa si traduce nella ricchezza della comunità. Ci sono imprenditori che qualche volta hanno pensato ai dividendi e non ad investire nell’impresa». Queste le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte proferite ieri mattina al teatro Grande, nel clou dell’evento Family Business, rispondendo alle domande del direttore del Corriere Luciano Fontana e ad un’osservazione del presidente e ad di Rcs, Urbano Cairo.
Parole per certi versi ambivalenti, come ambivalenti sono state le reazioni alla sua presenza dentro e fuori il teatro. Dentro il «Grande» gli imprenditori non si sono certo spellati le mani nell’applauso finale. Lungo Corso Zanardelli invece, quando il premier è uscito a mezzogiorno dopo tre quarti d’ora, non sono stati pochi i bresciani - molti giovani - a chiedergli un selfie, che lui ha concesso con garbo, per poi recarsi a casa del filosofo Emanuele Severino per poi rendere omaggio (dopo oltre due ore e mezzo) alla stele di Piazza della Loggia. Quest’ultima è stata l’unica tappa istituzionale del presidente del Consiglio, accompagnato durante il breve percorso della Memoria (piazzetta Tito Speri, quindi piazza Paolo VI) dal sindaco Del Bono, dal prefetto Attilio Visconti e dal presidente della Provincia Samuele Alghisi. «Gli ho ricordato il tema Caffaro, mi ha detto che ne terrà conto e mi ha invitato a confrontarmi con il ministro dell’Ambiente Costa» si limita a riferire il primo cittadino, che preferisce evitare commenti sull’estenuante attesa delle istituzioni (civili e militari) davanti alla stele mentre Conte a colloquio con il filosofo Severino. Il premier ha però avuto parole d’elogio per la città e soprattutto per il suo teatro ma non si è sbilanciato nemmeno alla nostra domanda sulla necessità di prevedere più fondi per il sito d’interesse nazionale Caffaro, uno dei più inquinati dei 41 sin italiani: «Affronteremo la questione».

La sua mission principale, ieri, era quella di fare capire alla prima provincia manifatturiera d’Italia che il Governo non è «nemico» delle imprese. Filosoficamente parlando però, la tesi e l’antitesi governativa ha qualche difficoltà a trovare la sintesi. «Quando vedrete l’elenco lunghissimo del decreto Crescita se qualcuno si azzarderà a dire che siamo contro le imprese mi arrabbio» dice il premier al direttore del Corsera, aggiungendo però: «Il nostro fine ultimo non è quello di creare le premesse perché si incrementi la quota di lucro soggettivo degli imprenditori, noi creiamo le premesse perché le imprese e l’Italia possano marciare verso la direzione dello sviluppo sostenibile, che è un concetto un po’ diverso». Ad incassare applausi è invece il presidente Cairo: «Quando si fa qualcosa a vantaggio delle imprese» questo automaticamente ritorna «alla gente». Imprese che però devono essere messe nelle condizioni «di poter avere un accesso al credito più facile» mentre «la pressione fiscale non può essere al 43% e costantemente in crescita per compensare la mancata crescita del Pil». Nessuna novità invece sul fronte Tav: «Abbiamo il dovere di fronte a un investimento così cospicuo, pensato 25 anni fa e che si realizzerà almeno tra 15 anni, di dire alla gente se conviene o meno».

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