27 aprile 2019 - 12:51

Feltri, a giugno si torna a lavorare

Diventa permanente il tavolo in prefettura. Lunedì si chiede la cassa integrazione a Roma. Il prefetto scrive a Fontana: ci sono contributi?

di Wilma Petenzi

Feltri, a giugno si torna a lavorare
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Una settimana fa le fiamme hanno distrutto quai completamente il magazzino della Feltri di Marone, danneggiato parte della struttura, fermato i treni sulla linea Iseo-Edolo, gettato nell’ansia 122 lavoratori/famiglie. Ora, a sette giorni di distanza (di mezzo c’erano anche le feste di Pasqua e il 25 aprile), la ricostruzione della Feltri bis è più di un’ipotesi. È già un piano concreto che sta prendendo forma velocemente. C’è un nuovo magazzino, l’ad e presidente, l’ingegnere Paolo Franchi, ha già trovato un capannone adatto a Costa Volpino (in provincia di Bergamo): sarà il nuovo magazzino e lì avverrà parte delle fasi di produzione dell’azienda tessile. Franchi è ottimista: «Per giugno, autorizzazioni e inchiesta giudiziaria permettendo, dovremmo poter garantire l’80% della produzione, da settembre dovremmo poter tornare a pieno regime». E già lunedì, dopo l’accordo siglato in Aib con i sindacati, verrà sollecitato l’ammortizzatore sociale della cassa integrazione per un anno per tutti i dipendenti.

Il vertice

Al tavolo che si è tenuto venerdì in prefettura, su iniziativa del prefetto Attilio Visconti, è stato elaborato un piano condiviso tra proprietà, sindacati, amministratori, Arpa e forze dell’ordine, per far ripartire al più presto l’attività produttiva e reintegrare tutti i lavoratori. Ma, non meno importante, il prefetto ha annunciato che presto incontrerà Trenord, la Feltri teme che possa esserci una richiesta di indennizzo per la chiusura del tratto ferroviario Pisogne-Sale Marasino e la necessaria sostituzione con un servizio di navetta su strada. «Dovrò svolgere un intervento di moral suasion — ha spiegato il prefetto — perché la Feltri non si trovi a dover gestire anche un problema di risarcimento danni».

Il piano

Il piano elaborato venerdì mattina nel corso dell’incontro in prefettura si articola in pochi punti fondamentali. Innanzitutto è stato deciso che il tavolo sarà permanente perché la situazione sia monitorata costantemente dalle parti interessate e non ci siano perdite di tempo. Già ieri il prefetto ha inviato una lettera al governatore della Lombardia, Fontana, per capire se ci possono essere contribuiti o aiuti a cui poter attingere. Sempre il prefetto perorerà al ministero la richiesta di cassa integrazione immediata per i lavoratori (111 complessivamente, gli 11 interinali non avrebbero diritto all’ammortizzatore sociale): anche questa comunicazione con Roma è stata messa a punto già nel pomeriggio di ieri. Va individuata al più presto una soluzione per ripristinare in fretta il trasporto ferroviario, riducendo al minimo i disagi per i passeggeri. L’azienda, come spiegato da Franchi, sta facendosi in quattro per ripartire in tempi rapidissimi. «Il nuovo magazzino è stato trovato, ora servono le autorizzazioni necessarie e speriamo di ottenerle in brevissimo tempo. Abbiamo anche trovato il progettista che curerà tutta l’operazione di recupero e di ripristino». La cosa più urgente è l’abbattimento del muro del magazzino che confina con le rotaie della linea Iseo-Edolo. Ovvio che lo smaltimento dei resti, nonché di tutti i rifiuti generati dall’incendio devono essere smaltiti al più presto rispettando tutte le norme. Arpa, presente ieri al tavolo in prefettura, ha chiesto di poter entrare nell’azienda, dichiarata inagibile, per valutare la situazione e capire come vada gestito lo smaltimento senza che si creino problemi per la salute pubblica. Tempi rapidi, quindi, perché la Feltri possa tornare a produrre e a dare lavoro a oltre cento famiglie. Il rogo di venerdì scorso alla Feltri di Marone ha dato lo spunto al prefetto per pensare a una mappatura di tutte le aziende bresciane per capire quante siano in regola con tutte le norme antincendio. «Non sarà facile, né immediato — ha detto il prefetto chiedendo la collaborazione dei sindacati — ma dobbiamo riuscire a organizzare una mappatura di questo tipo».

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