Una notte tra le strade di Brescia: il ritorno delle trans da Milano e le ragazze nigeriane sfruttate

diValerio Morabito

Si posizionano, a distanza di anni, in via Valcamonica. Sono sudamericane e anche in passato derubavano i loro clienti, che non denunciano per vergogna

Il Covid e le nuove tecnologie hanno ridimensionato il fenomeno della prostituzione per strada. È così anche a Brescia, dove nella zona della Mandolossa, per esempio, le sex workers sono diminuite rispetto a qualche anno fa. Però, dopo le 21, continuano a popolare via Valcamonica, via Milano e qualche stradina intorno. Senza dimenticare che le prostitute si trovano anche lungo la biforcazione della provinciale 510 verso il Sebino e in via Padana Superiore, strada provinciale 11, tra Castegnato, Ospitaletto, Gussago e Roncadelle. 

Alcune sono nigeriane e sono quelle sfruttate da quella che viene definita la mafia nigeriana in un mix di religiosità voodoo e profonda soggezione nei confronti delle tribù del Paese africano. Tra queste ci sono ragazze, a Brescia, che sono riuscite ad uscire dall’incubo e qualcuna viene ospitata in centri, come a Ghedi.

Ma se il fenomeno della prostituzione per strada è meno evidente rispetto al passato, nell’ultimo periodo a Brescia c’è stato un ritorno. È quello delle trans che giungono da Milano, spesso accompagnate da un autista, per prostituirsi in via Valcamonica. Le abbiamo intercettate, lo scorso venerdì sera, all’altezza di un distributore di benzina di via Valcamonica. Per intenderci, non distante dal locale “Da Frank”, in via Valsaviore, dove nell’estate 2015 si è consumato un duplice omicidio dove morirono i due coniugi della nota pasticceria e pizzeria Francesco «Frank» Seramondi e la moglie Giovanna «Vanna» Ferrari.

Nel vicino distributore, a distanza di anni, sono tornate le trans da Milano. Sono peruviane, colombiane e argentine — almeno così ci hanno detto — e per consumare un rapporto sessuale chiedono cifre più che popolari: «Quaranta euro». Di solito sono in quattro. Qualcuna si posiziona proprio all’ingresso della stazione di servizio, altre vicino ai distributori di benzina. Fino a qualche anno fa, le trans sudamericane, tanto in città quanto sul Garda, arrivavano da Milano per intercettare i clienti e rapinarli. Poi rientravano con tanto di autista. Ecco, questo fenomeno potrebbe essere tornato di moda, seppur a distanza di tempo. Il condizionale è d’obbligo, però la scelta di percorrere di nuovo la tratta Milano-Brescia e ritorno fa pensare a un tentativo di mettere a segno nuovi colpi ai danni dei malcapitati di turno. Clienti che, difficilmente, per ovvi motivi denunciano quanto accaduto.

Per adesso, però, non si segnalano casi del genere. La conferma arriva dall’appostamento di venerdì scorso. Con pazienza attendiamo vicino al distributore e dopo neanche cinque minuti arrivano i primi clienti. La luce della stazione di servizio permette di vederli in viso. Per lo più sono uomini, di diversa nazionalità, tra i 50 e i 60 anni. La maggior parte — ne sono arrivati una decina nel giro di due ore — si è appartata nelle vicinanze della stazione di servizio. Pochi i clienti che si sono allontanati per consumare un rapporto sessuale. In questo mercato del sesso, che per adesso (ma potrebbe essere solo questione di tempo) non è degenerato in rapine, occorre segnalare che qualche trans si trova anche lungo via Milano. Strada particolarmente frequentata dalle prostitute. Per lo più italiane o sudamericane. Queste ultime, però, si trovano anche in via Valcamonica, tra i distributori di benzina e nelle vicinanze di sale slot e fermate degli autobus.

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27 aprile 2024 ( modifica il 29 aprile 2024 | 06:58)