24 maggio 2018 - 11:13

Sfida fratricida nell’ultrasinistra L’ingresso in Loggia non è facile

Per ottenere un consigliere comunale serve almeno il 3,5 per cento dei voti

di Pietro Gorlani

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Divisi da falce e martello. Il simbolo per eccellenza del comunismo, che ha unito nella storia milioni di proletari, oggi risulta «divisivo» per i due candidati sindaco di ultrasinistra che corrono alle elezioni comunali del 10 giugno, nonostante i loro programmi (con qualche distinguo sulle priorità) siano grossomodo simili, con un supplemento d’attenzione a servizi sociali, precarizzazione del lavoro e tematiche ambientali.

«Potere al Popolo», nuovo movimento di estrema sinistra nato poco prima delle elezioni politiche del 4 marzo, a detta del suo candidato sindaco — il medico Alberto Marino — era disponibile a formare una lista unica per unire rappresentanti di comitati, associazioni, centri sociali, Rifondazione Comunista anche al Pci di Lamberto Lombardi. Il quale però avrebbe insistito per mantenere lo storico simbolo nel logo. E qui si è consumata la rottura. Quella scongiurata invece da Sinistra a Brescia, dove Al Lavoro con Brescia è riuscita a sposarsi con Liberi e Uguali mediando su un simbolo «terzo». Stando ai risultati delle ultime elezioni è difficile che «Pap» e «Pci» riescano ad ottenere un consigliere, visto che come minimo serve il 3,5% dei voti. Pap alle ultime elezioni in città ha preso l’,1,3% (1319 voti) mentre il Pci non era presente in Lombardia (in altre regioni è rimasto intorno allo 0,5%). Insieme, forse, avrebbero avuto qualche chance in più. Anche perché i programmi sono simili. Certo quello di Potere al Popolo risulta più ficcante sulle tematiche ambientali e certi passaggi, come («l’università del disastro» al posto della Caffaro e la ripubblicizzazione di A2A) paiono mutuati dalle proposte dello storico ecologista Marino Ruzzenenti. Sintonia con il Pci sulla necessità di una società interamente pubblica per la gestione del ciclo idrico integrato, sulle tematiche del lavoro (superamento del jobs act per le aziende comunali e stop alle esternalizzazioni dei servizi) e su un welfare che aiuti i cittadini in difficoltà, bloccando gli sfratti di chi è in morosità incolpevole e privilegiando la scuola pubblica. Programmi simili e candidati diversi, come è accaduto anche nell’ultradestra, che analizzeremo domani.

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