25 maggio 2018 - 12:03

«Siamo fascisti ma rispettiamo
la Costituzione»

«Nelle nostre riunioni ci sono riferimenti al Fascismo di cui astraiamo le intuizioni positive, come la sovranità monetaria, il diritto alla casa, il sostegno alle nascite, il lavoro prima della finanza; non vogliamo certo il ritorno della dittatura»

di Pietro Gorlani

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Davide De Cesare, 40 anni, sposato con due figli (bambino di 11 anni ed una bimba di 9), di casa a Corzano, è candidato sindaco per CasaPound, partito di cui è referente provinciale e per il quale è stato candidato alle ultime elezioni politiche e regionali.
Domanda d’obbligo: perché non avete fatto un’unica lista di estrema destra?
«CasaPound è un partito vero e proprio, con un peso specifico in costante aumento. Ad Ostia ha preso il 9 per cento, a Bolzano e Lucca l’ 8 per cento. Certo sono risultati ottenuti dopo anni di radicamento sui territori, a Brescia ci siamo da un anno e mezzo. Ma se unione doveva esserci non si poteva prescindere dalla tartaruga frecciata. Comunque il rapporto con gli altri candidati è buono».
Dura entrare in Loggia.
«Alle ultime elezioni nel collegio di Brescia abbiamo sfiorato l’ 1 per cento (1375 voti, ndr). Partiamo da qui, da quei mille bresciani che hanno deciso di cambiare davvero. Mi piace fare il paragone con i mille bresciani delle X Giornate».
Il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune che, in nome della Costituzione, non concede luoghi pubblici a movimenti neofascisti. Come fa campagna elettorale?
«Il Consiglio di Stato ha solamente rigettato la sospensiva mentre il giudizio di merito pende ancora davanti al Tar Brescia. Noi continueremo la nostra battaglia. Nelle nostre riunioni ci sono riferimenti al Fascismo di cui astraiamo le intuizioni positive, come la sovranità monetaria, il diritto alla casa, il sostegno alle nascite, il lavoro prima della finanza; non vogliamo certo il ritorno della dittatura. La campagna elettorale ha comunque un sistema di regole per cui sale e spazi non possono essere negati alle liste. Dunque si svolgerà come sempre e come fanno tutti».
Cosa salva del mandato Del Bono?
«La gestione di Brescia Musei e la ristrutturazione della Pinacoteca. Per il resto è stato un campione di immobilismo: è riuscito a rimandare tutte le questioni più importanti».
La sua proposta più singolare è il nuovo stadio nel sito Caffaro.
«Non è una boutade. C’è sotto uno studio di fattibilità e confronto con degli ingegneri: è l’unico modo per convogliare investimenti privati nel risanamento della città, creando un maxi parcheggio sotterraneo e togliendo così tutta la terra avvelenata. Sarebbe la vera rinascita del quartiere».

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