10 ottobre 2018 - 12:50

Grosso d’oro ad Adelio Terraroli
Letto in Loggia il testo del comizio mai fatto il 28 maggio 1974

Il premiato, classe 31, ha dedicato il premio alla memoria degli otto compagni uccisi in piazza 44 anni fa

di Thomas Bendinelli

La consegna ufficiale del Grosso d’oro (LaPresse/Morgano) La consegna ufficiale del Grosso d’oro (LaPresse/Morgano)
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Lo scorso anno andò a Franco Castrezzati, ieri è toccato ad Adelio Terraroli ricevere il Grosso d’Oro in una affollata Sala dei Giudici in Loggia. Terraroli, classe ‘31, una lunga storia nel Pci, è quello del comizio mai fatto il 28 maggio 1974. Doveva parlare dopo Castrezzati ma una bomba fascista fece strage di manifestanti. Ieri prima l’assessore Marco Fenaroli, poi Ettore Fermi (allora nel Cupa, Comitato unitario permanente antifascista) e il sindaco Emilio Del Bono hanno sottolineato la forza e l’attualità di quell’intervento mai letto in piazza e ieri invece recuperato e letto da Fausto Ghilardini e leggibile integralmente in un opuscolo grazie alla Casa della Memoria.

Il sindaco in particolare, ha sottolineato «il rigore della parola, ancora più evidente rispetto all’uso imbarazzante che se ne fa oggi». Sei anni fa, quando per la prima volta il testo di quel comizio venne fuori e fu pubblicato dai tipi di Ediesse, Terraroli disse al Corriere che rileggendolo lo aveva trovato un po’ retorico ma si era anche assolto: in fin dei conti era un comizio. Ieri non ha fatto analisi del testo: ha ringraziato, ha dedicato il grosso alla memoria degli otto compagni uccisi in quella piazza e alla città ferita che seppe reagire.

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