17 agosto 2018 - 17:08

Due anni all’Olimpiade Ci provano 33 bresciani

Veterani e giovani, uno stesso sogno. Calcio, volley e rugby: quante donne

di Luca Bertelli

Vanessa Ferrari a Rio 2016 (LaPresse) Vanessa Ferrari a Rio 2016 (LaPresse)
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Nel mezzo del cammino di un’intera carriera, da Rio 2016 a Tokyo 2020, ci sono sogni e obiettivi. In questo mese di agosto, che rappresenta il giro di boa tra il Brasile e il Giappone, i primi vanno sovrapponendosi ai secondi: da ora in avanti la caccia ai cinque cerchi non aspetta i ritardatari, chi intende raggiungere il traguardo deve iniziare adesso a macinare risultati per qualificarsi. Per chi all’Olimpiade è già vaccinato, non cambia nulla: nella corsa frenetica ai Giochi non esiste nepotismo da parte dei tecnici, i compagni stessi di squadra diventano nemici con i quali battagliare e non più amici. Mors tua, vita mea alla faccia di De Coubertin. Perché l’importante sarà pure partecipare, ma il biglietto per il Giappone bisogna guadagnarselo ed è la fase più impegnativa. Brescia, che nell’ultima edizione estiva ha stracciato il proprio record di rappresentanti (dieci) senza portare a casa medaglie, ci riprova con un contingente ben ripartito tra uomini e donne, eterogeneo per discipline e fasce d’età. Sono 33, ma il numero è indicativo, gli atleti nostrani in lizza per Tokyo. La sorpresa può sempre arrivare all’ultimo istante, nel 2020 sarà però impossibile calare il jolly: i giovani che intendono sorprendere, o i ranocchi che vogliono trasformarsi in principi, devono cambiare passo senza attendere.

Andrea, Vany e i reduci
Tra i superstiti di Rio, ci sono due icone come Andrea Cassarà (34 anni) e Vanessa Ferrari (27). Entrambi lasciarono il Brasile con un quarto posto, hanno dovuto fare i conti con il proprio fisico nei primi due anni di avvicinamento ma il peggio è passato. Il fiorettista è reduce dall’oro a squadre ai Mondiali e nutre chances di riscatto: gli basta essere tra i primi quattro italiani del ranking, dal prossimo 3 aprile. La ginnasta ha confermato il ritorno alle gare dal 2019 dopo il drammatico infortunio ai Mondiali dello scorso anno: il mentore Casella intende cucirle il ruolo di «esperta» in un gruppo di giovani rampanti. A Rio erano presenti anche i cognati della canoa, Giovanni De Gennaro e Stefanie Horn, i grandi favoriti per rappresentare l’Italia nel K1 slalom. Altra probabile conferma sarà Simona Frapporti, riserva la scorsa settimana agli Europei di Glasgow nel quartetto (d’argento) dell’inseguimento. Su pista, attenzione alla crescita di Gazzoli. Nino Bertasio punta al bis nel golf.

Le donne «di squadra»
L’ultima reduce del Brasile è Anna Danesi, al debutto olimpico a vent’anni e ora colonna della nazionale di pallavolo dove si è inserita anche Camilla Mingardi. Negli sport di squadra, va registrata un’invasione bresciana al femminile, eccezion fatta per il basket dove resiste Pietro Aradori. Nel calcio (tra gli uomini c’è Federico Bonazzoli), Cristiana Girelli e Valentina Cernoia piloteranno l’Italia ai Mondiali, qualificanti per i Giochi; nel rugby a sette, spiccano Elisa Bonaldo e Alice Sberna. Nel canottaggio avanza un terzetto composto da Valentina Iseppi, Laura Meriano e Vittoria Tonoli, poco più di vent’anni di media.

Gli emergenti
Non saranno gli unici volti nuovi. Negli sport di combattimento cercano di accorciare le tappe Alice Bellandi (judo), Veronica Lanzone e Rabia Jendoubi (karate), l’atletica ha già dimostrato agli Europei di poter contare su 5-6 bresciani rampanti, nel nuoto (insieme a Pelizzari) la new generation è rappresentata da Bori e Lamberti junior. Nel tennistavolo Rech Daldosso dovrà scalare una montagna, più facile nella vela il compito di Paola Bergamaschi e Gianmarco Togni. Poteva essere lui il primo a staccare il pass, ma ai Mondiali di Aarhus nel 49er (con Crivelli Visconti) l’ha mancato per un pelo. Avrà altre occasioni, anche se questi due anni saranno un soffio di vento.

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