Guai a chiamarlo “metodo Fitto”. I protagonisti dell'operazione preferiscono definirlo più prosaicamente un «tentativo di costruire un nuovo fronte dei moderati in Calabria». Dietro questa espressione, secondo la cerchia più vicina ai consiglieri regionali Scalzo, Sergio, Morrone, Pasqua e Neri, si celerebbe una strategia di lungo periodo.
Lo snodo fondamentale è rappresentato dalle Europee del 26 maggio e dal risultato che raggiungerà Forza Italia. La “linea del Piave” per gli azzurri è il 10 per cento. Un consenso al di sotto di quella soglia farebbe scattare l'allarme rosso e darebbe forza a un progetto ambizioso cui lavorano da mesi Fitto, la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni e il governatore ligure Giovanni Toti. Quest'ultimo, il giorno dopo le Europee, lancerà la sua “rete arancione” per costruire, assieme a Fratelli d'Italia la famosa seconda gamba del centrodestra.
D'altronde, mai come in questi giorni affiora il timore, rafforzato dalle ultime defezioni registrate sui territori, che le Europee possano portare a un responso ancora più severo nei confronti dei berlusconiani. Se così fosse si complicherebbe l'ambizione degli azzurri di piazzare propri rappresentanti alla guida delle coalizioni di centrodestra nelle regioni chiamate al voto.
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