Il racconto del killer di Antonio Iovine: “Ecco come ammazzammo a SAN NICOLA, l’imprenditore Vincenzo Feola”

17 Settembre 2018 - 18:00

CASAL DI PRINCIPE SAN NICOLA LA STRADA – (t.p.) Prima udienza in Corte di Assise del processo per l’omicidio dell’imprenditore Vincenzo Feola. Ascoltato il collaboratore di giustizia Cipriano D’Alessandro (già condannato a 12 anni con rito abbreviato).

Il pentito, dopo aver parlato del suo ruolo di killer all’interno del clan, ha spiegato come fu organizzato l’agguato il 21 ottobre del 1992 nei pressi dell’azienda a San Nicola, lungo viale Carlo III: “Feola fu ucciso con undici colpi di pistola, alle sei e mezza del mattino. Stava entrando, a bordo di una Mercedes, nel suo stabilimento di calcestruzzo“.

Il collaboratore ha parlato del ruolo di specchiettista svolto da Andrea Cusano, un altro imputato, vicino al gruppo di Iovine: “Cusano seguì Feola per diversi giorni per studiare i suoi spostamenti“.

Feola, ex assessore comunale a San Nicola fu ammazzato, secondo la ricostruzione degli inquirenti, perché aveva deciso di uscire dal Cedic, il consorzio delle aziende di calcestruzzo creato, prima della frattura da Bardellino e Schiavone, che in provincia di Caserta aveva il monopolio della fornitura del materiale per l’edilizia e gestiva tutti gli appalti.

Per l’omicidio sono già stati condannati, col rito abbreviato, Francesco Bidognetti (30 anni), Ettore De Angelis (14 anni), ed i pentiti Nicola Panaro e lo stesso D’Alessandro, a 12 anni. Nella prossima udienza dovranno essere ascoltati altri pentiti, precisamente Nicola Panaro, Salvatore Belforte e Michele Froncillo. Questo perchè il delitto avvenne in un’area territoriale controllata dalla camorra marcianisana.