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PAZZESCO: nelle case dei campani continua ad arrivare la De Luca-card. Il governatore ha speso 3 milioni e mezzo di euro e non serve a niente. I soliti appalti e i soliti salernitani

26 Ottobre 2021 - 16:35

Ma il popolo è contento lo stesso perchè De Luca lo fa stare bene interpretando ogni giorno la sit-com “Vicienz ‘o gruoss”. Non ha alcun valore legale e non lo aveva neppure quando non erano ancora state inviate le green card. Pensate un poco che non abilita neppure all’ingresso in un qualsiasi locale della stessa Regione Campania. Ma scusate, la Corte dei Conti può pensare di combattere contro le modalità vergognosamente tollerate attraverso cui quest’uomo si è preso poteri e funzioni al di là di ogni legge costituzionale e di ogni norma vigente? Può cercare di smascherare le motivazioni con cui riempie gli atti amministrativi per fare cose che nemmeno in una repubblica africana o centroamericana delgi anni 70, avrebbero pensato, figuriamoci, attuato

 

NAPOLI (Gianluigi Guarino) Il fatto che De Luca, che si crede Ottaviano Augusto ma ogni giorno che passa assomiglia sempre di più a Nerone, butti letteralmente via, ormai da anni, milioni di euro a palate, ottenuti mettendo le mani nelle tasche dei contribuenti campani, non interessa a nessuno o quasi.

Sicuramente non interessa a quel 70% di appecoronati che per motivi vari, comunque tutti collegati ad interessi personali o al massimo familiari, hanno votato il governatore l’anno scorso, riconfermandolo con un consenso che definire plebiscitario non è retorico.

Inutile perderci tempo, allora. I campani pagano volentieri le tasse, i campani accettano di farsi depredare dal caro carburanti di queste settimane, con aumenti alla pompa senza precedenti nella storia d’Italia; i campani sono felici e contenti del fatto che nessuna manovra di alleggerimento fiscale la Regione compia sulla quotaparte di sua spettanza (le cosiddette accise regionali) incassata per un litro di benzina, di gasolio, di gas Gpl o di gas metano.

Giusto pensarla così, perché come si dice, dove c’è gusto non c’è perdenza! Vuoi mettere, infatti, una bella scorpacciata di monologhi senza contraddittorio dello sceriffo salernitano: “Aaaah, ci siamo consolati, ce ne ha cantate quattro a quelli là”.

De Luca serve, dunque, alla cura psicoterapica dei suoi corregionali. Vuoi sentirti figo, vuoi gonfiare il petto?
Io ti faccio sentire gruoss’ insieme a me, ma tu non rompi le scatole e soprattutto ti fai piacere che io, mio figlio Piero, il mio vice Bonavitacola, il jolly di Mondragone Giovanni Zannini, facciamo e disfaciamo, decidendo la vita e la morte di ogni persona in base al suo grado di fedeltà, meglio sarebbe dire al suo grado di sottomissione fisica e morale.

E così sta andando e così continuerà ad andare a meno che non intervenga la magistratura, magari con modalità più energiche rispetto a quelle adottate dalla Procura e dal Tribunale di Salerno nell’ultimissima settimana, in modo da ricostruire un livello minimo di legalità che oggi a Napoli, tra via Santa Lucia e il Centro Direzionale, è divenuto veramente il grande sconosciuto.

Per esempio, la Corte dei Conti potrebbe pur rivolgere qualche domanda prima di tutto a se stessa, per poi porla a De Luca.
In questi giorni, ottobre 2021, stanno ancora arrivando nelle case dei cittadini campani, le famigerate smart card vaccinali. Quella che abbiamo pubblicato nella foto in evidenza, è stata recapitata solo una quindicina di giorni orsono.

Vi ricordate quando, ad inizio primavera, decollò il discorso del green pass? Pass inteso come lasciapassare di vita sociale ed economica che per la sua filosofia, la sua ragion d’essere, il suo fortissimo impatto sociale, per il potenziale di conflittualità che conteneva già in nuce, e che, com’era prevedibile, è esploso dal 15 ottobre in poi, non poteva, come del resto non può, non essere frutto di una potestà direttamente espressa dallo Stato, con il suo organismo esecutivo più importante, cioè il governo.

Tante volte abbiamo scritto che De Luca avvertiva ogni giorno, nuotando nel delirio di onnipotenza che lo pervade da decenni, rabbia di fronte alla semplice esplicazione dei poteri costituzionali da parte degli organismi della Repubblica. Quante volte abbiamo scritto di vicende in cui il governatore, lo diciamo alla napoletana, ha “miso ‘acoppa”, cioè ha voluto attestare che lui è il più bravo, il più intelligente, il più capace, risoluto e concreto politico del mondo e come tale, lui era fuori, viveva in una zona franca dentro alla quale vigeva e vige una vera e propria moratoria del diritto costituzionale e di tutto ciò che da questo deriva. In quel suo continuo emendare dalle decisioni prese a Roma ci fosse stata una volta che abbia detto: ok, questo dpcm va bene, niente da fare.

Non è successo mai. Conte o Draghi decidevano per la cover dello smartphone di colore bianco? No, lui a Napoli diceva che doveva essere nera.

Per cui, figuriamoci se il governatore Vicienzo o’ gruoss si faceva scappare la possibilità di anticipare il governo sulla questione green pass, manco se Draghi fosse un fesso, un mentecatto, passato lì per caso e dunque colpevole dei tempi lunghi di questo nuovo regime ipercontroverso che solo il 15 ottobre scorso è stato reso obbligatorio dopo aver affrontato migliaia di possibili ostacoli di tipo costituzionale.

Qualcuno potrebbe obiettare: vabbè, perdonatelo. Tanto il problema è solo dialettico e fa parte della rappresentazione che ci consola le giornate e le serate ogni venerdì, da più di un anno e mezzo a questa parte.

Col cavolo, che il problema è solo dialettico! Ogni capriccio, ogni manifestazione del suo essere gruoss non è stata, infatti, mai gratuita.

Ricordate gli ospedaletti? Sono vuoti, inservibili, sono stati utilizzati per pochi mesi e per quello che sono serviti si sarebbe potuto utilizzare, come abbiamo scritto e auspicato numerose volte, strutture sanitarie modernizzate, riqualificate, già di proprietà della Regione Campania (nel caso di Caserta, l’ospedale di Teano e il Palasciano di Capua).

Eh no, io sono De Luca, menomale per Conte, Draghi, Mattarella e compagnia che io non abbia una milizia armata, altrimenti qua comandavo solamente io e se qualcuno avesse avuto da dire, avrei fatto la mia marcia su Roma, lungo la direttrice dell’autostrada del Sole. Io devo farmi le foto all’inaugurazione dei cantieri, anche perchè (questo avveniva nell’estate 2020), a settembre ho le elezioni regionali e devo vincere con le stesse percentuali con cui Fidel Castro o Pinochet vincevano a Cuba e in Cile.

Il conto per gli ospedaletti, per questi 4 capannoni di prefabbricati azzeccati alla buona? Quello lo mando ai campani, d’altronde si tratta di una sciocchezzuola, un 17 milioni di euro, spicciolo più, spicciolo meno. E che sarà mai!?

Ve lo do io il green pass, avrebbe detto da giovane Beppe Grillo. La mia creatura, la De Luca-card è migliore, più efficiente, più bella. Sarà obbligatoria anche per viaggiare sui mezzi di trasporto campani.

Naturalmente, dopo tre secondi il Garante Nazionale della Privacy gli disse: ma ti sei bevuto il cervello? Non puoi collegare dati di cittadini vaccinati o non vaccinati al trasporto pubblico.

Vabbè,Garante, non mi rompere le scatole. Stai a spaccare il capello.
Come quell’altro lì, quel consigliere regionale d’opposizione, quel Gianpiero Zinzi molesto e fastidioso contro il quale ho scatenato la guerra atomica a Caserta, spedendogli tra i piedi mio figlio e il jolly di Mondragone, con Bonavitacola in appoggio.

Ma che vuole questo Zinzi quando scrive, in una sua interrogazione, che la card deluchiana è solo collegata alla banca dati di Soresa, contenente l’elenco dei vaccinati, senza alcuna possibilità di verificare altri tipi di immunità, a partire da quella di chi ha già avuto la malattia fino a quella attestata da un tampone. Entrambe, non a caso, sono parte integrante del green pass e lo sono per evitare, almeno formalmente, che questo non si traducesse in una sovrapposizione totale ad un vero e proprio “obbligo vaccinale” che con ogni probabilità sarebbe stato impallinato dalla Corte Costituzionale.

E daaaall’, io sono De Luca e sono tutto, tu sei Zinzi e non sei nessuno. E poi, qui c’è un’altra Costituzione.

Intanto faccio un bando velocissimo, che diventa ancor più veloce perché in Campania c’è una sola azienda, una sola, capace di produrre quel tipo di smart card, per cui la gara è già aggiudicata per 3 milioni 150mila euro più Iva, quindi con un esborso vicino ai 3 milioni e mezzo.

Card provvisoria, card definitiva, carta vince e carta perde, tutto questo per buttarle nel secchio dell’immondizia o per riporle in un comodino sperando che le collezioni di vecchie card diventino come le antiche collezioni di francobolli.

Al riguardo, la De Luca-card ha la caratteristica, unica al mondo, di non essere servita a nulla sin dal primo secondo in cui è stata pensata, nonostante il comico tentativo, operato con il decreto di giunta regionale dello scorso 6 agosto, allorquando, pur di giustificarne l’esistenza, il governatore ha scritto che si sarebbe potuta usare qualora non si fosse ancora venuti in possesso, a causa di problemi tecnici, del green pass. Una card, che oggi, facciamoci una risata, è inadeguata giuridicamente anche ad accedere agli uffici regionali. 

Magari diventerà come il “gronchi rosa”, quel francobollo sbagliato che agli inizi degli anni ’60 diventò un cult filatelico con un prezzo che salì subito alle stelle, rendendo praticamente introvabile quella produzione realizzata in coincidenza del viaggio di Stato in Perù dell’allora presidente della Repubblica.

E allora, a chi ha giovato questa folle operazione, che neanche il più eccentrico dei dittatori africani e centro-americani degli anni ’70 avrebbe osato proporre, men che meno realizzare? Per declinare tutti i beneficiari, quelli diretti e quelli indiretti, occorrerà scrivere un secondo articolo, magari un pò più breve di questo che vada però a ragionare sulle identità dei componenti della società che il macro affidamento della De Luca-card si è aggiudicato a mani basse, cioè senza competere con nessuno, perchè c’è stato un bando che fondamentalmente ha creato le condizioni (ci mancava solo che indicasse come requisito la strada e il numero civico dell’abitazione dell’amministratore unico), perchè questa azienda fosse la sola a potersi presentare per una vera e propria commessa d’oro, perchè ogni card è costata ai cittadini campani 90 centesimi, fino a concorrenza di quei 3 milioni 100mila euro e passa, IVA esclusa, di cui abbiamo scritto prima.

Ci sono due o tre passaggi tecnici a possibile evoluzione inquietante, che vanno spiegati in un nuovo articolo che concentri la propria attenzione solo su di essi. Per quanto riguarda il nostro lavoro di oggi, ci limitiamo a comunicare che questo affidamento Soresa ha gratificato e ha rimpinguato il conto corrente della società Ermes srl, che però si è mossa a sovranità limitata, anzi limitatissima, perchè a proposito di “requisiti direzionali”, le è stato imposto di utilizzare il prodotto Soma Atlas, altra azienda, in questo caso con sede ad Arzano, con un’anima solidamente radicata a Salerno, città in cui risiedono il governatore Vincenzo De Luca, il figlio Piero e l’amministratore delegato di Soma Atlas.

Tutto ciò in barba ad ogni legge, ad ogni regola, ad ogni principio di civiltà della concorrenza. 90 centesimi a pezzo, cioè a carta, è un prezzo prendere o lasciare, è un prezzo obbligato. Per cui sarà nostra cura e nostro lavoro, quello di capire se le due società Ermes srl e Soma Atlas si conoscessero già prima di questo bando o se si sono conosciute durante o subito dopo l’aggiudicazione, considerato il contenuto dello stesso. Peraltro Soma Atlas produce fatturati lucrosissimi anche grazie alla fornitura dei titoli di viaggio, cioè i milioni di biglietti Unico Campania.

Insomma, si ha la sensazione che questa De Luca-card sia stata concepita e direzionata verso l’unico settore con, chiari ed evidentissimi problemi di privacy, immediatamente segnalati, come si diceva prima dal Garante, al quale non poteva essere sicuramente applicata. Insomma, una carta trasporti.

Un’intenzione che traspare in maniera evidente anche da un secondo obbligo che diventa a sua volta un ulteriore requisito irrinunciabile, cioè quello di adottare la tecnologia Calypso, utilizzata, non a caso, esclusivamente per il trasporto pubblico in stretta relazione alle forniture di Soma Atlas.

Per il momento ci fermiamo qui, De Luca ormai è pervaso da un senso di invincibilità e dunque non sta neppure più attento a non dare nell’occhio, a salvare l’apparenza, almeno per quanto riguarda le procedure delle gare d’appalto, perchè ritiene di essere un intoccabile, probabilmente con ampia ragione, visto quello che è successo o meglio non è successo nei 6 anni e passa in cui ha svolto la funzione di governatore della Campania.

Alla prossima.