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Butti (Fdi): 'Casinò, politica ha peccato di intempestività'

16 giugno 2018 - 09:32

Il deputato di Fratelli d'Italia Alessio Butti evidenzia le mancanze passate della politica in materia di casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo
Butti (Fdi): 'Casinò, politica ha peccato di intempestività'

La politica, anche quella nazionale, presti attenzione ai casinò e alle loro problematiche, legate in qualche misura anche a una stagione di facili incassi e altrettanto facili gestione che sembra essere definitivamente tramontata. Questa l'estema sintesi del pensiero di Alessio Butti, deputato comasco di Fratelli d'Italia che più volte, nel corso della sua lunga esperienza politica, si è occupato di case da gioco e in particolare del Casinò Campione d'Italia.

Come mai i casinò sono così in crisi? Al di là dell'accresciuta concorrenza da parte del cosiddetto “gioco pubblico”, ci sono delle reponsabilità dovute magari alle loro gestioni, alla politica e all'eredità di una “stagione di privilegi” che si sarebbe dovuta invece superare?

“La concorrenza di per sè non induce necessariamente crisi in aziende sane. Nella fattispecie delle case da gioco, la politica ha certamente mancato d'intervenire tempestivamente modificando anche qualche situazione di privilegio, ma con grande attenzione ai legittimi diritti dei lavoratori. Non ho incertezze del dire che in passato abbia prevalso più la logica della cicala che non la nota parsimonia della formica”.

Che cosa ne pensa della possibilità di una gestione centralizzata dei casinò, magari attraverso una società unica, come aveva ipotizzato l'allora sottosegretario all'Economia con delega al gioco Pier Paolo Baretta?
 
“Non si tratta certo di una novità assoluta e comunque potrebbe essere una strada percorribile. Bisogna tener conto del fatto che per fronteggiare positivamente le crisi i tempi d'attuazione dei provvedimenti non sono una variabile indipendente, bensì assolutamente vincolanti.Veda, il problema reale è che sul gioco ognuno ha la propria filosofia: da decenni qualcuno tenta di liberalizzare le case da gioco per tutto lo Stivale consacrando una vera e propria deregulation, altri vorrebbero gestire 'il business' con logiche da 'centralismo democratico', altri ancora vorrebbero privatizzare. Insomma l'incertezza regna sovrana”.
 
A suo modo di vedere, i casinò potrebbero essere strumenti per la promozione turistica di un territorio e come valuterebbe la possibilità di aprirne altri?
 
“In molti paesi europei i casinò sono molti di più (si pensi alla Francia dove sono circa 150) e certamente possono rappresentare un'attrazione turistica. Quanto ad aumentarne il numero in Italia si tratta di un argomento delicato per cui sarebbe necessaria una riparametrazione delle sale videolottery esistenti a una nuova realtà. Agire con superficialità protrebbe essere in questo ambito molto pericoloso, anche per l'incertezza e il pressapochismo di cui le ho detto poco fa”.
 
Quali politiche auspica che il nuovo governo attui in materia di gioco?
 
“Ribadisco: il tema è estremamente delicato. Certamente molte attività vanno profondamente riviste e si sente a questo punto l'esigenza di un coordinamento tra le case da gioco. È sempre molto difficile fare 'marcia indietro' quando un sistema si è consolidato. Credo però ci siano ampi margini entro i quali operare. Quello che vorrei scongiurare è il tentativo perpetrato da diversi ministri dell'Interno di esercitare una sorta di egemonia sul settore...”.
 
Quali misure dovrebbero essere messe in atto per tutelare il giocatore sia sotto il profilo della legalitàche dei rischi connessi alla dipendenza da gioco? I casinò, in questo ambito, sono una soluzione, o fanno parte del problema?
 
“La ludopatia, cioè la dipendenza patologica del giocatore dal gioco stesso, è certamente un problema, a cui non si pone certamente rimedio semplicemente 'proibendo', esattamente come in molti altri ambiti. I casinò che, a differenza di altre realtà, hanno meccanismi certi a tutela dei giocatori (registrazione obbligatoria, controlli interni, etc.), non sono certamente i primi veicoli di diffusione della ludopatia. Questo tema va comunque costantemente monitorato a tutela del giocatore. Questo è uno strano Paese che consente di scommettere su qualsiasi cosa, che lucra sulle macchinette 'mangiapensione' dei bar e che poi pretende la luna dalle case da gioco che sono luoghi assolutamente controllati”.
 

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