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Decreto Dignità, ammissibili gli emendamenti sui Casinò

24 luglio 2018 - 08:19

Le commissioni della Camera giudicano ammissibili gli emendamenti al decreto Dignità sui casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo
Decreto Dignità, ammissibili gli emendamenti sui Casinò

Superano il vaglio dell'ammissibilità da parte delle commissioni riunite Finanze e Lavoro della Camera, gli emendamenti al decreto Dignità che chiedono di esentare le case da gioco autorizzate dal divieto assoluto di pubblicità del gioco disposto all'articolo 9.

Ora l'attesa è tutta per il voto, che dovrebbe arrivare nella giornata di oggi, 24 luglio, anche se in considerazione della mole di emendamenti, il calendario fissato (arrivo in aula del testo domani per la discussione delle questioni pregiudiziali, mentre quella sul testo giovedì) potrebbe essere rivisto.

A chiedere l'esenzione dal divieto sono tre emendamenti di diversi schieramenti, a firma dei deputati Silvia Fregolent e altri (Pd); Andrea Mandelli e altri (Fi); e Bruno Tabacci (Misto).

Nella relazione illustrativa, Fregolent evidenzia che i casinò sono gestiti "da società per azioni interamente in mano pubblica" e sono soggetti "a rigorosi controlli, occupano oltre 2.500 lavoratori dipendenti (diretti e indiretti) ed (...) esercitano ruoli fondamentali rispetto al tessuto economico e sociale dei rispettivi territori. Nell'ultimo decennio, i Casinò italiani hanno registrato un decremento dei loro introiti aggregati pari al 45 percebto", decremento che "non dà segno di fermarsi".
Secondo Fregolent "è quindi necessario che la comtinuità aziendale della Case da gioco pubbliche italiane, la loro capacità occupazionale e le loro funzioni cruciali per i contesti economici, sociali e culturali di riferimento, siano salvaguardate anche con interventi selettivi in materia di comunicazione e pubblicità del gioco".
Tabacci sottolinea da parte sua che le case da gioco hanno subito la concorrenza dei giochi in concessione, circostanza che ha determinato la “perdita di una quota significativa delle entrate assicurate agli enti pubblici territoriali”. E quindi conclude sostenendo che è necessario salvaguardare “la continuità aziendale delle case da gioco, la loro capacità occupazionale e le loro funzioni cruciali per i contesti economici, sociali e culturali di riferimento” anche tramite l’esenzione dal divieto di pubblicità.

 

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