Auto "attaccata" dai randagi. Comune CVetrano condannato. Idea canile in un bene confiscato alla mafia
di: Mario Butera - del 2018-01-03
Randagismo a Castelvetrano. Una vicenda che si trascina negli anni. Ogni tanto ritorna agli onori della cronaca per vicende legate ad aggressioni o per aspetti legati alla gestione degli amici a quattro zampe. Intanto una vicenda quanto mai curiosa è quella che ha visto protagonista B. S. di Castelvetrano. La questione risale al 2013 quando un “branco di cani randagi” si sarebbe introdotto all’interno della sua corte nella corso della notte e avrebbe danneggiato il cofano della sua Opel con graffi, oltre al paraurti rosicchiato da entrambi i lati.
Il Giudice di Pace di Castelvetrano ha condannato nelle more l’Ente al pagamento di 1.180 euro oltre spese legali.
Resta di fatto che il problema del randagismo esiste e anche quello del canile municipale, che si doveva allargare nei suoi posti di accoglienza ma si è scoperto recentemente che il progetto di ampliamento non si poteva realizzare, in quanto l’area troppo vicina al depuratore comunale.
Il commissario Salvatore Caccamo sul problema del depuratore e dello stop all’ampliamento aggiunge che: "Stiamo percorrendo due vie con i tecnici e l’ingegnere Riccio e cioè quello di prevedere una variante urbanistica per una nuova perimetrazione dell’area del depuratore per poi ricavare uno spazio dove correttamente allocare i box per i cani.
L’altra strada più percorribile sarebbe quella di un trasferimento dell’intera struttura in un bene confiscato alla mafia che ricade sul territorio di Castelvetrano, uno di quei beni consegnati all’Ente dall’Agenzia dei Beni Confiscati, per molti dei quali, dopo un bando pubblico, ci sono state delle offerte di parecchi aziende del territorio per la loro gestione”.
L’abbondanza dell’immondizia nelle strade per ora non dispiace agli stessi cani, che trascinano i resti del cibo dei sacchetti nel mezzo delle strade.