Stigmate, la recensione dell'horror con Gabriel Byrne e Patricia Arquette

Padre Kiernan è chiamato a indagare sulle ferite di una giovane donna che ricordano quelle subite da Gesù Cristo durante la crocifissione.

Stigmate, la recensione dell'horror con Gabriel Byrne e Patricia Arquette
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Padre Andrew Kiernan è un prete gesuita nonché scienziato che, proprio per le sue doti di oggettività, lavora per il Vaticano come investigatore sulla veridicità o meno di presunti miracoli. Il suo ultimo incarico lo porta nel piccolo villaggio di Belo Quinto, in Brasile, dove il locale Padre Alameida, vittima di Stigmate, è recentemente passato a miglior vita e una statua della madonna ha iniziato a piangere sangue. I fatti, ritenuti di profondo interesse da Kiernan, viengono però velocemente insabbiati dalla Chiesa e l'uomo si trova a indagare su un nuovo caso riguardante una parrucchiera di Pittsburgh, Frankie Paige, la quale ha cominciato a manifestare sul proprio corpo delle profonde ferite che ricordano per esecuzione e dinamiche quelle inferte a Gesù Cristo sulla croce. Ben presto il religioso scoprirà che la donna potrebbe cambiare per sempre le sorti del cristianesimo.

Questione di fede

Un titolo controverso, aspramente criticato dagli organi ecclesiastici per i suoi continui riferimenti (qui adattati a originale forma filmica) al Vangelo di Tommaso, scritto apocrifo da sempre considerato come eretico dalla Chiesa e contenente, secondo alcuni esperti, l'essenza più pura del messaggio di Gesù ai posteri. Uscito sul finire dello scorso millennio, Stigmate è un horror/thriller dalle atmosfere new-age che sin dai titoli di testa decide di mescolare sacro e profano in una produzione di genere che ha i suoi momenti ma si perde altrimodo in una sceneggiatura spesso forzata e lacunosa. Lo script si rivela infatti pretenzioso nel cercare risposte a un mistero così radicato nella storia dell'umanità e i diversi riferimenti ai primi due capitoli della saga de L'esorcista rischiano di far deragliare il racconto su una via sin troppo derivativa. Lo stesso rapporto nascente tra il reverendo e la donna (posseduta o mistificatrice che sia) segue un percorso non del tutto giustificato e alcune sequenze ad alta tensione risultano poco verosimili (con Frankie che, in seguito alla comparsa della seconda stigmate, corre a perdifiato nel traffico cittadino senza un'apparente ragione). Laddove l'insieme convince è nell'efficace messa in scena, con una fotografia tendente ad atmosfere cupe, capace di dar vita a sequenze altamente suggestive come nella "resa dei conti" finale, visionaria al punto giusto e supportata da buoni effetti speciali. Gabriel Byrne fa il suo in un cast dove a brillare sono l'ambiguo cardinale di Jonathan Pryce e l'intensità di Patricia Arquette nei panni della tormentata protagonista.

Stigmate Horror thriller in equilibrio sospeso tra esoterico ed esorcistico, Stigmate parte da una premessa affascinante che mescola sacro e profano nell'ispirarsi al ritrovamento reale di un vangelo apocrifo rinnegato dalla Chiesa. Nel film di Rupert Wainwright hanno così luogo sordidi intrighi all'interno delle mura del Vaticano mentre il reverendo chiamato a indagare sulle ferite cristologiche della sfortunata protagonista comincia a dubitare della sua stessa fede; il risultato vive di alti e bassi, con una sceneggiatura imperfetta cui fa da positivo contraltare una messa in scena di notevole impatto visivo e sonoro. Il film andrà in onda stasera, venerdì 2 marzo, alle 23.10 su RAI4.

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