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Perugia, tornano le botte a Fontivegge: quattro feriti

Una rissa in zona Broletto all'esterno del locale che era appena stato riaperto dopo la sospensione del questore per motivi di ordine pubblico

Una rissa in zona Broletto all’esterno del locale che era appena stato riaperto dopo la sospensione del questore per motivi di ordine pubblico

PERUGIA – Tornano le botte a Fontivegge. Tornano le urla nel cuore della notte, le bottiglie di birra usate come armi, la paura di chi si trova a dover assistere dalle finestre di casa a alla follia in mezzo alla strada e l’arrivo delle forze dell’ordine a sirene spiegate per riportare la situazione alla calma. Un ritorno della violenza che per molti non è casuale.

La rissa – come riporta Il Messaggero Umbria – è avvenuta nella notte tra domenica e lunedì dentro e fuori un bar etnico in zona Broletto, nello stesso edificio che ospita tra gli altri gli uffici della Regione. Il bilancio è di quattro persone rimaste ferite: tutti stranieri, di origini africane, sono stati condotti dagli agenti della polizia (intervenuti assieme ai colleghi della finanza) al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Misericordia per essere curati prima di essere condotti in questura per tutti gli accertamenti del caso.

Non ancora chiari i motivi della rissa, anche se non è da escludere che possa essersi trattato di un confronto tra due gruppi rivali magari alimentato dall’alcol bevuto all’interno del locale. Ma quello che preoccupa è che la violenta rissa si è scatenata a pochi giorni dalla riapertura dell’afro pub in questione. Il locale era stato chiuso, a metà luglio, per un mese su disposizione del questore Giuseppe Bisogno che ne aveva ravvisato la necessità per motivi di sicurezza pubblica. A una lunga serie di eventi violenti che avevano, nei mesi scorsi, richiesto necessario l’intervento delle forze dell’ordine si era infatti aggiunta, ai primi di luglio, l’indagine della squadra mobile che aveva svelato come proprio quel locale fosse al centro di un giro di prostituzione di ragazze nigeriane. Fatte arrivare in Italia con il miraggio di un lavoro, costrette a prostituirsi (anche attraverso i temutissimi riti vodoo nei loro confronti e in quelli delle loro famiglie) e con il locale che forniva, secondo quanto rilevato dalle indagini, la copertura adatta sotto forma di falsi contratti di lavoro.

Al termine delle indagini, gli investigatori diretti da Virgilio Russo avevano arrestato 8 persone tra cui i proprietari proprio del locale chiuso qualche giorno dopo dal questore. Dopo i trenta giorni di stop, secondo quanto si apprende, sarebbe stato riaperto da un familiare di uno dei due proprietari.

Cristina D'Avena (foto Instagram)

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