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Forza Italia, l’esodo di Terni e il partito logorato

POLE POLITIK di MARCO BRUNACCI | Dal gruppo comunale ternano escono consiglieri, la capogruppo Dominici che, stretta tra Nevi e Polidori, vede i fantasmi, e la strada per ripartire che non si trova

di Marco Brunacci

PERUGIA – Nel momento in cui Forza Italia in Italia rialza la testa e un simbolico scontro Carfagna-Salvini alla Camera mette i primi punti sulle i dopo tanto tempo, mentre riparte Berlusconi, picchiando su leghisti e cinquestelle, e ricominciando a far breccia sull’elettorato moderato, ecco che a Terni diventa un caso l’esodo dal gruppo azzurro che avrebbe vinto insieme alla Lega le elezioni comunali e che dovrebbe sostenere il povero (nel senso che non ha trovato un centesimo nelle casse del Comune e negli uffici incontra solo gli sguardi severi dei commissari se si prova a spendere un quattrino) sindaco leghista Latini.

Insomma: alla capogruppo Dominici ne esce uno al giorno per mettersi nel gruppo misto e lei ci rimane male. Si lamenta che hanno “amicizie”. Quando dice “amicizie” si dovrebbero immaginare cose terribili. Ma le amicizie in politica di solito portano voti e consensi. Se sono brutte amicizie possono portare sulla cattiva strada, ma guai a non avere buone amicizie o amicizie tout court, resti da solo. E magari sull’argomento dovrà chiarirsi con se stessa anche la capogruppo. Non è che la sua famiglia non sia stata in bilico, a suo tempo, tra la candidatura della madre nel Pd e quella della figlia in Forza Italia. E di amicizie ne ha anche lei, per dire, perfino – come si ostinano a sostenere e vattelapesca se è proprio così – con alti esponenti delle cooperative. Che non c’è proprio niente di male anche se non sei di sinistra, ma perché allora prendersela con le “amicizie” degli altri?

La fragilità di Forza Italia a Terni, adesso che Forza Italia sta dando a vedere di essere capace altrove di ripartire con movimenti netti, riconoscibili e condivisibili dagli elettori, con qualche spunto brillante quasi come un tempo, mostra comunque le difficoltà e le crepe del partito ternano, storicamente intento a dilaniarsi, ma anche di quello umbro. A Terni, si sa, il vicere è l’onorevole Nevi, in Umbria la coordinatrice incaricata direttamente dal leader Silvio è Catia Polidori. La Domenici è per Nevi e magari si arrabbia con le amicizie di chi esce dal gruppo di Forza Italia per non telefonare e fare una scenata alla Polidori.
Una cosa è sicura: su queste basi non si ricostruisce alcunché, proprio adesso che sia ha la netta sensazione che Forza Italia è tornata indispensabile per trovare un punto di equilibrio all’Italia di domani.

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