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L’Umbria da rossa a verde: alle Europee la Lega, modello Pci, sfonda a sinistra

POLE POLITIK di MARCO BRUNACCI | Salvini travolgente supera il 38%, il Pd arretra sotto il 24. Ma c’è qualcosa di nuovo e molto di antico in questo successo. E anche l’Assisi dei frati si scopre leghista (45%)

di Marco Brunacci

PERUGIA – L’Umbria da rossa a verde. Ma, a ben vedere, nel trionfo umbro del partito di Salvini, c’è qualcosa di nuovo e molto di antico.

Cityjournal, leggendo i dati delle ultime elezioni politiche, aveva sottolineato come le zone a tradizione più rossa della regione più rossa del rosso centro Italia, erano passate armi e bagagli alla Lega. L’Umbria profonda aveva decretato il successo di Salvini. E ora alle Europee arriva la conferma, in maniera clamorosa: dall’Alto Tevere al Trasimeno si cambia radicalmente bandiera. Con ogni evidenza c’è un improvviso feeling tra i desideri degli elettori umbri e la proposta leghista.
Dopo le elezioni politiche del marzo 2018 sottolineavamo che l’economia ferma, la mancanza di lavoro qualificato, una certa insofferenza per il buonismo diffuso in particolare in materia di immigrati, il desiderio, per quanto generico, di maggiore sicurezza avevano fatto breccia in maniera tutta speciale in Umbria.

Ma si cominciava a capire che il feeling non era legato solo ai temi nazionali sui quali la Lega insiste. In queste europee, il quadro si chiarisce ulteriormente: per certo nell’elettorato umbro ha funzionato un tema nazionale come grimaldello (l’uscita di Salvini contro l’Europa che impone di non superare il famoso 3% con il relativo sogno – si avvererà? – che comunque si possano dimenticare i propri debiti) ma quello che in Umbria sta spopolando è il modello di organizzazione che si è dato la Lega e con il quale è penetrata così profondamente nel tessuto sociale della regione.
Ed è un modello che qui conoscono benissimo, per esperienza diretta o per averlo sentito raccontare e lodare. La Lega propone un partito strutturato, con una forma gerarchica, dove è chiaro chi sia la base e chi i vertici, non solo capace di ascoltare e di dare voce alle richieste della gente, ma rimanendo vicino a quella gente che chiede. Quando ci si attendeva il successo del virtuale, del digitale, del rapporto immateriale, ecco che trionfa il partito tradizionale, la sezione, con i suoi riti, il segretario comunale con il suo quale si può parlare. La struttura della Lega è tanto simile a quella del fu Pci e promette di non lasciarti solo. Ed è stato un gran successo.

Le Europee sono, per la verità, un banco di prova non sempre affidabile. Stando alle crude statistiche, il Pd (pur stavolta unito con altre liste di sinistra) ha lasciato sul terreno il 50% dei voti che aveva nell’ultima tornata, fermandosi appena sotto il 24%. Comunque perché tra Umbria e Lega si passi dall’innamoramento a una duratura relazione, le premesse ci sono. Per conferma sarà utile guardare – dove è possibile valutare oltre il locale – i dati delle comunali.

Del Pd abbiamo detto: alla fine bisogna attendere un altro test. Sul risultato di questa prova elettorale si può essere soddisfatti (per aver alla fine tenuto, anche se non si sa bene su quale linea politica, quella di Zingaretti o quella di Renzi) oppure preoccupati (per essersi ristretti e aver perso i più radicati insediamenti in favore della Lega).

Per il resto: il Movimento 5 stelle non ha mai avuto successi da copertina nella riservata e schiva Umbria. Questo gli ha evitato i rovesci che ha avuto nel resto d’Italia: si ritrae al 14,63, senza i traumi che ha subìto in ogni dove. Le liste de La Sinistra (2,1) e i Comunisti (1.56) mostrano come l’allargamento a sinistra del Pd avrà sempre dei limiti. C’è una realtà a sinistra che mai nel Pd si riconoscerà. Tra Forza Italia (6,43) e Fratelli d’Italia (6.57) c’è stata una piccola corsa nella corsa. Per decimali l’ha spuntata FdI. +Europa fa il suo e il suo è poco: 2,69. Europa verde è all’1,75, segno che questa non è la terra degli ecologisti. Ultima nota per la destra più marcata: di fatto irrilevante.

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