Gad, il Rolex e San Francesco

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DI ROSANNA SPADINI

comedonchisciotte.org

L’appello di Gad Lerner per i migranti dal suo terrazzo assolato e col Rolex al polso, ha destato una serie di critiche sulla sua pagina Twitter. Il giornalista ha postato una foto con la camicia rossa in adesione all’appello «Maglietta rossa», un’iniziativa lanciata da Libera e altre associazioni che chiede alle persone di indossare – oggi – una maglietta rossa che è diventato il simbolo dei migranti morti in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa.  «È solo un piccolo gesto di attenzione, ma facciamolo #magliettarossa #7luglio per fermare l’emorragia di umanità», rappresentato naturalmente dal governo Salvimaio, e soprattutto da Salvini.

Gad ha inizialmente risposto con ironia alle critiche: «Se guarda bene, caro il mio proletario, ho anche il Rolex al polso», dice infatti a un commentatore che aveva commentato «bel terrazzo». «Il suo problema non è il Rolex ma l’assenza di senso del ridicolo», scrive qualcun altro.

Giusto commento per l’ambiguità di Gad (vera o interessata?), mettere in evidenza proprio la mancanza del senso del ridicolo e la cattiva fede di un giornalista, che dovrebbe diffondere le vere cause del fenomeno immigrazione e invece si piega ai diktat del capitale globalizzato.

Grandissimo Gad, ancora immerso nei vecchi schemi di un falso giornalismo politico, che ha rinunciato all’indagine profonda dei fenomeni, quindi relegato alla superficialità dell’indagine sociale e dei giudizi politico valoriali. La prassi per altro è ovvia, il dibattito pubblico gaddiano si deve necessariamente svolgere secondo principi stereotipati, discutere per concetti a grana grossa quando la realtà postmoderna è fatta di grana sottilissima, seguire ossessivamente la bussola ontologica del pensiero unico piddino, senza sentire la necessità di decidere caso per caso, odiare il nemico fascista, razzista, populista e adorare l’amico nero che arriva martoriato sulle navi delle santificate Ong.

Non importa se tutti noi siamo costretti a vivere in una bolla mediatica dove i network rappresentano il braccio armato del potere globalizzato, riprodotto magistralmente proprio dai volti insipidi e scialbi di Lerner, Boldrini, Renzi, Bersani, Cuperlo, D’Alema, Boeri… e tutta la ditta della cosiddetta sinistra.

Fascismo e razzismo esistono solo nelle loro denunce anacronistiche, per altro sostenute da persone che hanno ricalcato negli ultimi anni un razzismo al contrario, contro i milioni di giovani precari italiani, costretti ad espatriare all’estero per trovare un lavoro decente, contro i milioni di poveri italiani in continuo aumento, contro i numerosi imprenditori che si sono tolti la vita per il dissesto finanziario delle loro attività.

Peccato che il grande Gad non sia stato in grado di percepire la vera essenza del populismo di governo, che così rozzo e così brutale, ha però percepito nel profondo la realtà, quindi si è fatto carico di denunciare il verbo crudele delle politiche globalizzate, che negli ultimi trent’anni hanno fissato le coordinate per lo sgretolarsi del tessuto sociale, l’esaltazione della libertà dell’individuo a scapito della dimensione sociale, la volgarità di una libertà fasulla, che produce l’aumento dell’impotenza collettiva e la paralisi della politica, diventata sempre più insignificante.

Il vecchio Gad attinge al gigantesco cantiere del pensiero unico globalizzato, di cui lui fa  parte a pieno titolo, con i suoi profeti e architetti, pronti a celebrare prevedibili comportamenti sociali e a demonizzarne altri. Il pensiero obbligato, politically correct della falsa sinistra, che criminalizza e scomunica le idee divergenti, e anche la stessa libera indagine documentata dei fatti.

Su questi diktat sono state costruite fedeltà obbligate, che continuano ad oscurare il vero conflitto esistente, quello dell’eurocrazia mondialista contro il nazionalismo sovranista.

Il radical chic porta un rolex al polso e se ne fotte dei proletari che hanno perso il lavoro o che sono destinati ad un precariato a vita. Perché invece non dice che questo meccanismo di accoglienza, gestito da Ong e Cooperative varie, rappresenta una nuova tratta degli schiavi, su cui lucrano molti soggetti privi di scrupoli? Perché si mette alle dipendenze dell’affarismo mondialista, e cerca di colpire emotivamente l’elettorato, per permettere alle Ong di vendere il loro carico prezioso a qualche agenzia filantropica, mentre in realtà sono proprio loro gli aguzzini negrieri?

Perché non dice nulla dei sindacati liberisti, che stringono accordi con il capitale, destinando i proletari senza rolex a precarizzazione selvaggia o disoccupazione sistemica, e riducendo l’Italia ad economia da terzo mondo e a terra di sfruttamento, mentre i metalmeccanici tedeschi hanno raggiunto le 28 ore settimanali con aumento dei salari? Perché non dice che CgilCislUil  e Confindustria hanno osteggiato contratti decorosi per i lavoratori, e stanno già progettando privatizzazioni di fondi pensione, sanità privata, formazione sul lavoro, perché questo sembra essere diventato il loro primo interesse?

Dei «fascisti» al governo denuncia nei suoi tweet gli errori: il razzismo, l’inciviltà, la superficialità, l’astuta propaganda populista. Nulla di nuovo sotto il sole del resto, nel tempo liquido e selvaggio del fenomeno immigrazione, nessuno si sarebbe aspettato che Gad potesse capire.

Ma non dovrebbe sfuggire all’attenzione nemmeno che esiste un razzismo anche verso gli italiani, da parte di quelle forze politiche che hanno negato loro il lavoro, il welfare e un reddito minimo garantito che consenta di sopravvivere con dignità a questa crisi devastante, che arricchisce i pochi (proprio quel George Soros che finanzia le Ong) e affama i tanti.

Il neoliberismo mondialista del capitale domina ancora la propaganda mediatica, attraverso tv, network e talk show, quindi grazie alla sua posizione egemone, diffonde propaganda istituzionale pro-immigrazione e pro-eurocrazia, servendosi per altro di una pseudo «sinistra», censoria e mercenaria, che occupa storicamente tutti gli spazi «culturali» al fine di oscurare, delegittimare, criminalizzare e attaccare, i critici del modello economico proposto.

Li vediamo tutti i giorni a Omnibus, L’aria che tira, Tagadà, Otto e mezzo, In onda, Di Martedì, Porta a Porta…

Il metodo tipicamente fascista è il loro, perché impone quotidianamente la propria visione del mondo, senza ammettere alcuna replica, tacciata sempre e comunque d’immoralità, estremismo, populismo, irrazionalismo, nonché di fake news.

Basterebbe affermare che la sinistra è in profonda crisi da anni semplicemente perché ha smesso di fare la «sinistra», cioè di occuparsi dei problemi delle classi medie e di quelle meno abbienti. Si è fatta stordire dalle sirene del neoliberismo, dimenticando le proprie radici, ha abdicato al proprio ruolo di tutela dei più deboli, non ha combattuto contro la distruzione dei diritti sociali (libertà, sicurezza, lavoro, rapporti sociali, welfare), sostituiti talvolta solo da diritti detti civili (unioni civili, ius soli) e dal diritto di collaborare a portare guerra e distruzione al comando dei padroni del vapore (Nato, Usa), contro chi si sarebbe macchiato di violazione dei diritti umani (Afghanistan, Iraq, Libia, Siria).

Nel frattempo si è consolidata un’élite finanziaria sovranazionale, eurocratica, eminentemente atlantista, che attraverso l’accumulo di ricchezze, impensabili nel quadro della vecchia lotta di classe e con gli strumenti tecnologici di cui mantiene il monopolio, si assicura una concentrazione di potere senza precedenti nella storia. Processo che ha potuto avanzare senza incontrare grandi ostacoli grazie soprattutto alla complicità esplicita, di giornali, intellettuali e programmi, che si qualificano di sinistra. Una complicità a volte pienamente consapevole, e quindi colpevole, dovuta alla definitiva incomprensione dei nuovi rapporti di forza, alla mancata comprensione dei mutamenti radicali avvenuti nella società e nell’economia, alla sudditanza nei confronti dei dominanti.

Perché il vecchio Gad non racconta di come i vari soggetti della commedia hanno affrontato il fenomeno della fuga dei cervelli, giovani generazioni destinate a cercare lavoro all’estero, costretti dalla violenza di una globalizzazione che ha prodotto chiusura di fabbriche, perdita di posti di lavoro, migrazioni selvagge promotrici di dumping salariale e di ulteriori trasferimenti di ricchezza dal basso verso l’alto. La sinistra ha dimenticato le proprie origini, ha tradito i propri elettori e giustamente è destinata all’estinzione. Poco male, il fantasioso segretario del PD ha già in mente di dare vita ad un nuovo partito neoliberista, che segnerà definitivamente la fine della sinistra storica in Italia. E la cosa gli riuscirà perfettamente, perché è esperto nel mestiere di tagliare fondi al welfare, alla ridistribuzione della ricchezza e di fornirli invece al default bancario.

Le grandi inchieste giornalistiche degne di Gad potrebbero essere: i gatti neri sono fascisti o profughi? Gli italiani prima dell’euro vivevano nel mesozoico? L’Italia presto arriverà su Marte grazie agli immigrati? Ma Salvini è uno dei figli illegittimi di Adolf Hitler sparsi per il mondo?

Insomma, appare sempre più chiaro come Gad, Renzi, Martina, Boldrini &com si siano dati al  filantropismo francescano, sembra vogliano recuperate l’umiltà, la carità e l’ascolto del poverello di Assisi. Si dessero almeno alla vita ascetica e come Francesco, parlassero a frate sole e sorella luna, che magari solo i cardellini li potrebbero ascoltare.

 

Rosanna Spadini

Fonte: www.comedonchisciotte.org

07.07.2018

 

 

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