Botte tra immigrati e uno malmena anche due poliziotti

Nigeriano picchia un connazionale. E quando arriva la polizia, le dà anche agli agenti. Chiuse le indagini a carico di Adam Osas per i fatti dello scorso giugno. L’immigrato era ospite di una cooperativa sociale, in un appartamento di via Lungardo e risulta domiciliato nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Potenza, con tanto di codice identificativo. Deve rispondere di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni semplici e aggravate nei confronti del conoscente e dei poliziotti. Ci sarà un processo, prima che venga rimpatriato e, come difensore d’ufficio è stato nominato Mauro Gasperin.

Sabato 23 era stata segnalata alla polizia una colluttazione in via Col di Lana, nella frazione di Mussoi. Secondo la ricostruzione, Osas ha preso per il collo un altro africano, spintonandolo e provocandogli un dolore cervicale da origine muscolare in trauma da aggressione per una prognosi di quattro giorni.

Gli agenti arrivati sul posto gli hanno chiesto i documenti e soprattutto di mostrare qualcosa di voluminoso che teneva nelle tasche, prima di salire sull’auto di servizio per essere accompagnato in questura, e la reazione è stata tanto improvvisa quanto violenta. Ha cominciato a spingere con forza gli operatori, facendoli cadere, poi si è messo a scalciarli e ad agitare le braccia fino a quando è stato contenuto dagli stessi. Uno ha riportato una contusione con escoriazione alla mano destra e distorsione di ginocchio e caviglia sempre destri per una prognosi complessiva di otto giorni.

Le indagini si sono basate sulla descrizione dei fatti e sui certificati medici e nei giorni scorsi si è arrivati alla conclusione, con relativo avviso di garanzia. Nelle prossime settimane sarà fissato il primo appuntamento in tribunale, da capire se l’uomo andrà al dibattimento in aula oppure patteggerà o ancora sceglierà un rito alternativo, per avere una condanna con lo sconto. Non si conosce ancora la strategia difensiva, ma è soltanto questione di tempo e di attesa per il rimpatrio. —