Foggia, il ghetto di Borgo Mezzanonedove mafie e stranieri sono alleati

diLeonardo Palmisano

Viaggio nella più grande baraccopoli d’Europa dove la criminalità organizzata
è riuscita ad infiltrarsi. La rete con i clan e le prostitute per i ragazzi bene della città

La mafia garganica

La Puglia funge da laboratorio per la tessitura di relazioni interessanti tra sistemi criminali autoctoni, sistemi criminali d’importazione (sempre più stabili), sistemi di sfruttamento degli esseri umani (caporalato e prostituzione), sistemi produttivi e sistemi politici. L’area forse più stuzzicante, nella quale il caporalato e le mafie fanno più rete, è quella di Foggia, compresa tra Cerignola, San Severo e Manfredonia. Qui l’esercizio del caporalato e dello sfruttamento della prostituzione allestiscono ghetti e lager simili a quelli libici di Sabratha, con tanto di bordello e di piazza interna per lo spaccio. Borgo Tretitoli, Ghana House, Ghetto Ghana, la pista di Borgo Mezzanone, sono i nomi che corrono nelle cronache dello sfruttamento foggiano. È intorno a questi insediamenti e slum che si irrobustiscono i rapporti tra mafie italiane e estere.

La pista di Borgo Mezzanone è stata raggiunta dai tentacoli della mafia del Gargano della famiglia Romito, che introduce (grazie a una fitta rete di pusher di diversa nazionalità) sostanze stupefacenti via automobile (prevalentemente marijuana d’importazione albanese, cocaina, eroina turca e metanfetamine). La droga raggiunge la parte anglofona del ghetto, dominata da un folto, ricco e feroce clan nigeriano interno alla più imponente confraternita criminale centrafricana: quella dei Black Axe (le Asce Nere). Un sistema mafioso che lavora con la ndrangheta e con il cartello messicano di Sinaloa. Comandano loro. «Noi non ci possiamo muovere nella loro zona, se no ci accoltellano o ci bruciano le case», racconta un ragazzo senegalese, uno dei tremila e cinquecento residenti nel ghetto. Questo bracciante parla mentre si attraversa con lui il confine di pattumiera fumante che separa l’area francofona dalla terra dei Black Axe.
Nella parte della Asce Nere non possono prendere foto, chi imbraccia la Fuji è oggetto delle urla delle vedette appostate su torrette di immondizia, e conviene parlare in francese, perché i nigeriani conoscono l’inglese e capiscono l’italiano. Grazie alla sua debordante dimensione demografica, la pista di Borgo Mezzanone è la più grande baraccopoli di braccianti d’Europa. Sorge accanto a un Cara, o meglio: la baraccopoli sta risucchiando il Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo in un’unica città di lamiera dove la parte tutelata dallo Stato e quella governata dalle mafie si stanno fondendo. Hanno rotto la rete, così le ragazze del Cara possono venire qui a prostituirsi.

Feste con droga e e sesso«Noi possiamo andare solo a lavorare nei campi». Perché il Cara di Borgo Mezzanone, similmente a quello di Mineo, offre schiave e schiavi al sistema agricolo e sessuale della Capitanata. I caporali reclutano braccianti tra gli ospiti della baraccopoli e tra quelli del Cara; lo stesso fanno i mafiosi nigeriani per accontentare la forte fame di sesso a basso costo del territorio. In entrambi i casi la domanda di schiavi è bianca e italiana. Le ragazze sono stipate dentro baracche più grandi, accanto a piccoli bar dove i giovani festeggiano con due, tre nigeriane per volta. Festeggiano, sì. Compleanni e perfino lauree, con orge a base di droga, alcool e sesso. Dal tramonto all’alba, nei week end, file di automobili raggiungono la pista di Borgo Mezzanone. Ne escono foggiani di ogni età. Entrano nel ghetto e consumano corpi.
Non è una novità, quella dei bordelli e delle droghe nei ghetti. Nel maggio 2016 viene arrestato un pregiudicato italiano vicino al sistema camorristico foggiano che portava droghe nella parte nigerina del gran ghetto di Rignano Garganico/San Severo. Da allora, probabilmente, il controllo delle aree da parte della criminalità organizzata si è fatto più intelligente. Le consorterie dei Li Bergolis e dei Romito (egemoni su tutte le altre) devono aver appaltato alle Asce Nere nigeriane parte delle attività, come già fanno pezzi di Cosa Nostra nel quartiere Ballarò di Palermo o come fa il clan Crea di ndrangheta a Torino. I sistemi si sono raffinati, alleandosi sul terreno dell’economia criminale che usa gli esseri umani come merce. Siano essi braccianti, siano esse prostitute, a Borgo Mezzanone tutti sono schiavi al soldo di queste mafie.

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25 aprile 2018 2018 ( modifica il 26 aprile 2018 2018 | 08:18)