Napoli base logistica per i jihadisti: qui i terroristi trovano ospitalità e documenti falsi

diFelice Naddeo

La Campania è soprattutto zona di transito e luogo dove ottenere passaporti e permessi di soggiorno fasulli. Qui li aveva comprati anche Anis Amri, l’autore dell’attentato di Natale a Berlino

Napoli è una terra di mezzo per i terroristi islamici. Che in Italia arrivano dalla porta d’ingresso siciliana – dove approdano a bordo di gommoni e sempre più frequentemente con “sbarchi fantasma” su coste poco controllate - e prima della risalita, per lasciare il Paese verso altre destinazioni europee, trovano qui accoglienza, logistica e documenti falsi a buon mercato. L’arresto dell’immigrato gambiano in un centro di accoglienza della provincia napoletana, accusato di progettare un attentato, è solo un nuovo campanello d’allarme in una situazione che in Campania è sempre più complessa e in fermento. Tant’è che i segnali della pericolosità del fenomeno jihadista sono in aumento.

La centrale della falsificazione

Poche settimane fa, sempre a Napoli, la polizia ha arrestato Akram Baazaoui, un tunisino residente in città in un vicolo seminascosto del centro storico, accusato di aver fornito ad Anis Amri, l’autore dell’attentato di Natale a Berlino, i documenti falsi con i quali lasciò l’Italia dopo una lunga permanenza a Latina. Insieme a Baazaoui sono finite in carcere altre quattro persone – tutti nordafricani, alcuni dei quali vivevano in provincia di Caserta – che avevano messo in piedi una organizzazione criminale che organizzava l’accoglienza di clandestini a Napoli, li aiutava a fare biglietti per i mezzi di trasporto per lasciare l’Italia e soprattutto forniva loro documenti, certificati di cittadinanza, patenti di guida, permessi di soggiorno, libretti di circolazione e codici fiscali. Tutti naturalmente falsi. Ma da Napoli, come hanno confermato anche altre indagini, partono verso l’Europa la stragrande maggioranza dei documenti contraffatti destinati ai clandestini. Terroristi inclusi. E il pagamento avviene attraverso circuiti internazionali di trasferimento di valuta.

Paura a Pompei

E se il cittadino gambiano arrestato oggi a Napoli progettava un attentato, si sta ancora cercando di decifrare definitivamente il gesto compiuto– a fine marzo – dall’algerino Othman Jridi. Che dopo aver rubato un’autovettura, ha percorso contromano via Bartolo Longo a Pompei e ha cercato di sfondare le barriere di cemento che sono state poste a protezione del Santuario della Madonna. Se l’avesse fatto, ma si è schiantato con l’auto sui newjersey, sarebbe arrivato nella piazza della chiesa dove sostano o passeggiano sempre centinaia di fedeli e turisti.

Dopo Parigi e New York

Le prime conferme sull’attenzione verso Napoli da parte dei terroristi, arrivarono già anni fa. All’indomani del massacro nella redazione di Charlie Hebdo in Francia, l’attività di intelligence italiana fece emergere come la rete del terrore poteva vantare supporto logistico e facilità nel reperire documenti falsi in Campania. Napoli non era quindi da ritenere un bersaglio, ma soprattutto una “zona di transito” dove poter trovare, all’occorrenza, una rete di protezione. Che esiste anche in provincia di Caserta e nel Salernitano, dove mimetizzarsi tra le migliaia di immigrati che vengono sfruttati nelle campagne è anche più facile. Ma che Napoli potesse essere al centro dell’interesse dei jihadisti l’aveva rivelato, già dopo gli attentati alle Torri Gemelle di New York, l’allora procuratore capo del pool antiterrorismo della Procura di Napoli, Franco Roberti. Che qualche anno quell’attentato, nel novembre del 2003, in una intervista al Corriere del Mezzogiorno avvertì: «Qui esistono soggetti collegati con la rete del terrorismo internazionale, soprattutto tra gli immigrati clandestini. Napoli si conferma tra le principali porte d’ingresso europee per i terroristi islamici, comprese le zone del Casertano e l’area del Nolano. E non ci sono più solo i documenti falsi, oggi ci sono anche l’appoggio, l’assistenza legale, il finanziamento, l’attività di copertura, l’ospitalità agli immigrati illegali».

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26 aprile 2018 2018 ( modifica il 26 aprile 2018 2018 | 09:29)