Trattativa Stato-mafia, Cafiero de Raho: «Fatti gravi che ci fanno riflettere»

diChiara Somma

Il procuratore nazionale antimafia a Palermo per la commemorazione di Pio La Torre

«Lo Stato deve combattere e contrastare la mafia, applicare la legge senza tentennamenti sempre, soprattutto perché il messaggio sia univoco». Così ha dichiarato il capo della Dna Federico Cafiero De Raho, a proposito della sentenza del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, a margine di una manifestazione organizzata per ricordare Pio La Torre, segretario siciliano del Pci ucciso da Cosa nostra il 30 aprile del 1982. «Attendiamo le motivazioni - prosegue - E poi credo che i fatti che sono stati accertati, almeno in questa sentenza di primo grado, sono gravissimi e ci fanno riflettere. Alla luce di questi fatti dobbiamo analizzare il passato e attivarci perché non avvengano più. E ancora: «Mafia e terrorismo sono minacce per la democrazia. Il sovvertimento delle regole dello Stato e della democrazia sono rappresentati soprattutto dal organizzazioni mafiose e terroristiche che tendono ad abbattere un sistema fondato sui diritti l’eguaglianza e la solidarietà, valori che la nostra Costituzione pone alle basi della democrazia», continua De Raho. E a distanza di 36 anni dall’omicidio del segretario siciliano del Pci: «Pio La Torre ha lasciato una legge fondamentale con cui lo Stato può colpire i fenomeni mafiosi. Ritengo che con la mafia lo Stato non doveva e non deve trattare», aggiunge Vito Lo Monaco, presidente del Centro La Torre , in occasione dello spettacolo teatrale recitato dai detenuti del carcere Ucciardone di Palermo per ricordare la mano omicida di Cosa Nostra ai danni del segretario politico.

27 aprile 2018 2018 ( modifica il 27 aprile 2018 2018 | 19:02)