4 novembre 2018 - 15:33

Belluno, centinaia in coda per fare i volontari anche gli emigrati vogliono tornare

Un Whatsapp e a Feltre si presentano in 300. Raccolte fondi, gara di solidarietà in tutto il mondo: «Aiutiamoli»

di Stefano Bensa

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La folla sabato a Feltre (Zanfron)
La folla sabato a Feltre (Zanfron)

È bastato un messaggio Whatsapp rimbalzato di telefono in telefono in poco più di 24 ore: «Presentiamoci tutti, offriamo il nostro aiuto». E così è stato. Ma al quartier generale della Protezione Civile di Feltre, ieri mattina, mai avrebbero immaginato di dover fronteggiare quasi trecento persone - cittadini di ogni età, ragazzi e anziani - disposte a fare di tutto: tagliare rami, ripulire strade e tombini, sistemare i parchi. A nulla era servito il tentativo del Comune di chiarire via Facebook: «Ci servono maggiorenni dotati di specifiche qualifiche manuali». Insomma, figure specializzate. Niente da fare: chiunque si è messo a disposizione pur di aiutare la città a tornare alla normalità. E così è stato: la Protezione Civile è riuscita in fretta e furia ad organizzare squadre di 5/6 elementi, rigorosamente munite di pettorine, che hanno speso il loro sabato a rimettere in sesto il centro e le frazioni. Ovunque fosse possibile operare senza le autorizzazioni e i «patentini» richiesti per imbracciare una motosega, tagliare e rimuovere alberi, liberare una strada da fango e pietre. «Mi sono detta: nel dubbio vado, casomai mi cacceranno. E così hanno fatto residenti a Sedico, San Gregorio... Volevamo dare una mano», spiega la feltrina Erika De Bortoli, volontaria che ha partecipato alle operazioni.

Emigrati

Quanto accaduto a Feltre è solo uno degli innumerevoli attestati di solidarietà giunti al Bellunese da ogni parte del mondo. Una mobilitazione globale cominciata quando giornali e tivù hanno cominciato a divulgare le immagini della devastazione causata dalla «tempesta perfetta» che ha travolto la montagna. «Ho ricevuto messaggi da Argentina, Brasile, Sudafrica: tutti a chiedere come poter contribuire» afferma Oscar De Bona, ex assessore regionale e presidente dell’associazione Bellunesi nel Mondo. «Pensi che alcuni giovani, nati in Brasile da famiglie venete, vogliono tornare per fornire il loro sostegno». Proprio in America Latina è stato avviato un tam-tam via social. Obiettivo: versare più soldi possibile nel conto corrente attivato dalla Regione Veneto (l’Iban è IT 75 C 02008 02017 000105442360, causale «Veneto in ginocchio per maltempo Ottobre-Novembre 2018», mentre gli sms solidali vanno inviati, dall’Italia, al 45500). «Stiamo diffondendo ogni notizia, non riuscivamo a credere a quei video» dice, da Buenos Aires, Ernestina Dalla Corte Lucio, 29 anni, insegnante di inglese e italiano in una scuola «tricolore» della capitale Argentina, nonché consigliere dei Bellunesi del Mondo. Fu il suo bisnonno a lasciare Feltre per cercare fortuna in Sudamerica, «ma il legame con la sua terra natale è fortissimo». «Appena domenica abbiamo festeggiato Belluno al festival “Buenos Aires celebra l’Italia”.

La mail

Oggi vogliamo dare una mano» esclama la giovane, fornendo anche una email bellunoradiciargentina@hotmail.com alla quale inviare richieste. Gli stessi appelli sono scattati in Brasile: «Sto sentendo tante persone dire: facciamo qualcosa» conferma Mariano Gazzola, figlio di trevigiani emigrati a Rosario. E messaggi dagli Stati Uniti, ieri, sono giunti al sindaco di Auronzo Tatiana Pais Becher. «Siamo reduci da giorni infernali ma, almeno qui, abbiamo ricevuto uomini e aiuti» sostiene Adriano Zanella, a capo della Protezione Civile comunale. E le iniziative si moltiplicano anche in Italia: oggi, l’incasso del match fra De’ Longhi Treviso Basket e Tezenis Verona sarà devoluto alle popolazioni colpite dal disastro. Lo stesso farà l’Umana Reyer in occasione della partita con la Virtus Bologna. Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha invece annunciato «una serata di solidarietà al Teatro La Fenice». Anche il Pd veneto ha avviato una sottoscrizione. >Ma non tutto l’universo della solidarietà sembra affidabile. Almeno così lascia intendere il sindaco di Belluno Jacopo Massaro riguardo alcune raccolte di fondi fai-da-te: «Certificheremo quelle lanciate da associazioni fidate per scongiurare truffe». Occhio agli sciacalli, insomma. Mentre il capo della Protezione civile Angelo Borrelli assicura: «I soldi raccolti con l’sms solidale saranno distribuiti tempestivamente». Giusto per evitare le polemiche post terremoto.

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