12 gennaio 2019 - 10:43

Burkina Faso. Edith Blais e Luca Tacchetto mai visti alla moschea, vacilla la segnalazione del francese

Spariti in Africa, c’è anche tensione tra i governi per la frase di un funzionario

di Andrea Priante

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VIGONZA (PADOVA) Si indaga in silenzio, per scoprire che fine hanno fatto l’architetto padovano Luca Tacchetto e la sua amica canadese Edith Blais, scomparsi da dicembre in Burkina Faso. Ma le indiscrezioni che arrivano dall’Africa non sono buone. Innanzitutto emergono dubbi sulla «pista» fornita da Robert Guilloteau, il 64enne francese che vive a Bobo Dioulasso e che è l’ultima persona conosciuta ad aver incontrato i due trentenni. Con loro ha raccontato di aver trascorso la serata del 15 dicembre, a cena e poi in un locale.

Il saluto

Dopo averli ospitati per la notte, ha assicurato di averli salutati intorno alle 10.30 del mattino. «Erano diretti alla moschea che sorge non molto lontano da casa mia. Mi hanno detto che dopo si sarebbero subito diretti a Ouagadougou, la capitale. Dovevano rivolgersi all’ufficio immigrazione perché il loro visto durava solo tre giorni e avevano bisogno di farne uno valido anche per Togo e Benin, così avrebbero speso un po’ meno». Il problema è che, stando alle guide locali che si occupano di accompagnare i turisti, Tacchetto e Blais non sono mai giunti alla moschea. «Nessuno li ha visti - racconta uno dei referenti - e due ragazzi occidentali su una automobile stipata di bagagli difficilmente possono passare inosservati».

Nuovi interrogativi

Se venisse confermata questa testimonianza, si aprirebbero nuovi interrogativi. Il padovano e l’amica si sono davvero diretti verso il tempio islamico come suggerito dall’amico che li ha ospitati? In questo caso sarebbero spariti nel tratto di strada tra la casa del francese e la moschea. Oppure hanno cambiato itinerario, magari per visitare i picchi di pietra del parco di Sindou, come dice una guida che sostiene di aver raccolto questa indicazione proprio da Robert Guilloteau. In quest’ultimo caso, acquisterebbe valore anche la segnalazione di chi sostiene di aver notato la vettura dei due ragazzi a Banfora, lungo la strada che porta proprio alle rocce di Sindou.

Il file audio

Intanto in Burkina circola un file audio. La voce — ha riportato Avvenire, il quotidiano dei vescovi — sarebbe quella di un alto funzionario: «I nostri servizi di sicurezza hanno prove della loro presenza nella capitale. Però nessuna ambasciata, italiana o canadese, ci ha contattato per segnalare la scomparsa. Noi ci siamo comunque attivati». L’assenza di una segnalazione ufficiale da parte della nostra ambasciata alle autorità burkinabé è stata ribadita anche da una radio locale. Fosse vero, sarebbe grave. Ma fonti della Farnesina smentiscono: «Come già spiegato nelle scorse settimane, fin da subito (quindi dal 24 dicembre, quando la famiglia Tacchetto ha denunciato ai carabinieri la scomparsa dell’architetto,ndr) l’ambasciata italiana si è attivata per ritrovare il nostro connazionale, avviando immediatamente tutti i contatti necessari, fino ai livelli più alti, con le autorità del Burkina Faso».

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