8 maggio 2019 - 09:52

Bologna: bandi accoglienza, il grande freddo. L’unica proposta (padovana) per soli 40 posti

Aperte le buste in Prefettura:a gara c’erano oltre 22 milioni per seguire 800 profughi

di Gianluca Rotondi

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Una sola offerta per un totale di quaranta posti distribuiti in due piccole strutture a Galliera e San Pietro in Casale con una capienza rispettivamente di 25 e 15 persone.La commissione giudicatrice della Prefettura ha certificato ieri mattina il flop del bando per l’accoglienza diffusa dei migranti su Bologna e provincia, il primo licenziato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Una gara che vale oltre 22 milioni di euro e che avrebbe dovuto coprire per un anno (rinnovabile) un fabbisogno di 800 posti disseminati in strutture con un massimo di 50 posti ognuna. Un miraggio, a questo punto.

L’unico candidato (veneto)

L’unica a farsi avanti è stata la cooperativa di Monselice (Padova) «Un mondo di gioia onlus», una realtà relativamente giovane che ha già operato nel campo dell’accoglienza nel Vicentino e nel Ferrarese, non senza qualche grana, almeno in quest’ultimo caso. La coop ha presentato un’offerta rivolta a soli migranti uomini e nei documenti di gara ha allegato anche le buone referenze della Prefettura di Vicenza. A breve la commissione valuterà i requisiti, l’offerta economica e le altre condizioni e poi deciderà sull’aggiudicazione. A Monselice, i referenti della coop hanno preferito non commentare, riservandosi di farlo quando terminerà l’iter della gara.

Apertura delle buste

L’apertura delle buste ha dunque dato forma al timore che ha accompagnato la pubblicazione del bando strutturato con i nuovi criteri dettati dal Viminale, gli stessi che hanno spinto le coop sociali bolognesi che finora (e in proroga almeno fino al 30 giugno) hanno gestito i migranti negli ex Cas (Centri di accoglienza straordinari) a disertare la gara: costi dimezzati e molti servizi ritenuti indispensabili ai fini dell’integrazione di fatto azzerati. Ora a Palazzo Caprara si apre uno scenario complicato, non tanto e non solo per il medio periodo — la continuità del servizio è garantita e non è escluso che possano essere decise ulteriori proroghe alle coop già in campo — ma soprattutto nell’ottica di una via d’uscita strutturata all’empasse. Tuttavia, le strade percorribili non sono molte: si potrebbe decidere di indire un nuovo bando per garantire il fabbisogno complessivo oppure aprire la strada a una trattativa privata, una scelta politicamente scivolosa e non poco complicata. Sarà in ogni caso il Viminale, cui presto si rivolgerà Palazzo Caprara, ad avere la parola definitiva: a Roma stanno studiando una possibile via d’uscita per Bologna e anche per Reggio Emilia dove il bando è andato completamente deserto. Fonti del ministero fanno sapere che a breve verrà comunicato un orientamento univoco per tutte le prefetture d’Italia.

Hub di via Mattei

Sembra invece al riparo da problemi la gara per la gestione dell’hub di via Mattei (200 posti) al cui bando hanno partecipato in tutto nove realtà. In questo caso, le buste saranno aperte oggi e si potranno conoscere i nomi dei proponenti. Tornando alla coop sociale «Un mondo di gioia», una realtà che non si occupa solo di migranti e che recentemente ha ottenuto l’assegnazione del logo dell’Unhcr (l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati dell) per l’attività svolta a favore dell’inserimento lavorativo dei rifugiati, va registrata l’esperienza fatta in una struttura di Schio (Vicenza) e poi nel Ferrarese, dove però la cooperativa è rimasta coinvolta, insieme ad altre 15 realtà, in un’inchiesta della Procura che ipotizzava il falso e la truffa ai danni dello Stato per la mancata corrispondenza effettiva tra il denaro ricevuto per i servizi e le presenze effettive nel Cas di via Modena.

L’inchiesta

L’inchiesta del pm Andrea Maggioni, che ha coordinato le indagini della Finanza, ha lambito la coop padovana che però alla fine, come molte altre, ne uscirà indenne: la posizione della legale rappresentante, un’ex vigilessa di Monselice, è infatti avviata verso l’archiviazione. Qualche critica isolata anche a Vicenza per presunti ritardi nel pagamento del pocket money dei migranti, mentre altri attacchi in passato sono arrivati alla legale rappresentante (quando era a capo di un’altra realtà) per la presunta condivisione di post non propriamente favorevoli agli immigrati. Fin qui solo schermaglie e qualche puntura di spillo.

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