il libro
La Venezia degli amanti
Da Byron a Julia Roberts: segreti e rivelazioni
Marzo Magno racconta 11 storie
Sentimenti in Laguna: Lord Byron (web)
«La donna più spensierata ama al servizio di un’idea, mentre l’uomo ama al servizio di un bisogno. Persino la donna che sacrifica soltanto a un bisogno altrui è moralmente superiore all’uomo che serve soltanto il proprio». Chissà se il geniale Karl Kraus (suo questo aforisma) abbia mai vissuto i propri amori all’ombra del campanile di San Marco. Il fatto che Alessandro Marzo Magno, nella recente e brillante opera Venezia degli amanti. L’epopea dell’amore in 11 celebri storie veneziane (Tropea, 254 pp., 16 euro) non gli dedichi neppure un capitolo, pur inaugurando il volume proprio con la massima sopra citata, ci induce a pensare che il letterato austriaco non si sia mai potuto godere in vita uno dei massimi privilegi che essere umano possa concedersi: amare a Venezia, per l’appunto.
A Venezia molto si è amato, molto si ama e molto si amerà. Ed a Venezia l’amore assume sfumature uniche, sbiadite o eccessive, intriganti o fastidiose, epiche o banali. Perché Venezia è questo: tutto ed il contrario di tutto. Un vero e proprio universo dove ogni coppia, e non solo, può trovare la sua alcova ideale. Sono undici storie, quelle narrate da Marzo Magno, ma attorno ad esse si muovono ben più di ventidue protagonisti. C’è la Venezia rinascimentale di Bianca Cappello, la «vera et particolar figliuola della Repubblica» che, per amore di Francesco de’ Medici, fugge dal palazzo paterno, sposa l’amato a Firenze, diviene granduchessa di Toscana, e trova in riva all’Arno la mano omicida del cognato. Ma c’è anche la Venezia di Gracia Nasi, ebrea portoghese perseguita in patria, che fa sosta in città prima di raggiungere Costantinopoli, dove il suo adorato nipote Joseph, consigliere del sultano, sarà l’ispiratore occulto della guerra di Cipro e della battaglia di Lepanto. Di Casanova, l’uomo che più incarna il binomio Venezia - Amore, Marzo Magno prende in considerazione solo gli amori veneziani più significativi, quelli della pubertà (il buon Giacomo fu iniziato da due sorelle…) e quelli vissuti una decina d’anni dopo con CC e con la monacaMMdel convento di Murano («la più bella del convento»).
Altri amori: Hemingway e Julia Roberts
Si alza poi il sipario su Isabella Teotochi Albrizzi, la regina dei salotti veneziani di fine Settecento, e, ovviamente, su Ugo Foscolo. Bella, bellissima, alta, fiera, aristocratica, la prima; rosso di capelli, bruttarello, goffo, malinconico, agitato, povero, infagottato il poeta. Eppure riuscì a sedurla: «Mi accarezzava scherzando e io alzava di tratto in tratto la testa e la baciava quasi per ringraziarla libando dalle sue labbra i respiri per i quali ella rinveniva a poco a poco dalla sua voluttuosa agonia…». Piuttosto piccolo, zoppicante, pallido, per nulla attraente se non per lo sguardo vivissimo era anche Lord Byron, che si godette appieno il libertinaggio per così dire «naturale» delle amorose veneziane. Ne fa le spese il povero signor Segati, padrone della casa in cui Byron vive, che lo sorprende con la moglie Marianna sul divano in atteggiamenti inequivocabili. Racconta l’inglese: «La sua prima domanda fu: "Che significa tutto questo?". La moglie non poteva rispondere così lo feci io. Gli dissi che la spiegazione era la più facile del mondo, ma che nel frattempo era meglio far recuperare i sensi alla donna».
A Venezia Georg Sand e Alfred de Musset più che amarsi, si ammalano e si struggono, mentre lo scrittore inglese Frederick Rolfe, detto il Baron Corvo, «paranoico, pederasta, pappone, scroccone», fa strage di gondolieri. Siamo già giunti al secolo appena conclusosi, che vede adorarsi in laguna, tra i tanti, il Vate e la Duse. I due «si amano, si odiano; non si sopportano, si cercano; lui la sfrutta, lei lo usa; lei si umilia, lui è un sadico». L’amore senile di Hemingway con la giovane baronessa Adriana Ivancich si consuma voracemente in sei anni aprendosi e chiudendosi nel breve spazio che separa la soglia dell’Harry’s Bar da quella dell’Hotel Gritti. Quello principesco di Ira Fürstenberg con Alfonso Hohenlohe fa tappa spesso in terraferma, sul Terraglio, e sale sino a Cortina. E anche Julia Roberts, in anni molto recenti, dopo aver flirtato con il motoscafista Marietto, è stata vista più volte non a Venezia, ma a Mestre, in un noto locale di Piazza Ferretto, guarda caso di proprietà della sua guardia del corpo, Lorenzo Salvan. Che anche Cupido abbia passato il Ponte della Libertà?
Alessandro Tortato
10 febbraio 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
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