26 gennaio 2019 - 07:59

Compromesso di governo: trivelle al largo del Delta. I Verdi: «Scavi sotto costa»

Questione idrocarburi: emendamento criptico, tra Lega e Cinque Stelle nuove tensioni

di Marco Bonet

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La piattaforma
La piattaforma

VENEZIA Torna lo spettro delle trivellazioni in Alto Adriatico, davanti al Parco del Delta del Po, quelle che secondo gli ambientalisti potrebbero mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa di Venezia, che il governatore Luca Zaia non esitò a definire «pura follia» e contro cui la Regione arrivò fino alla Corte costituzionale nel 2015.

L’allarme

A lanciare l’allarme, che trova conferme anche in ambienti della maggioranza e del Pd, è Angelo Bonelli dei Verdi, che ha letto e riletto il criptico emendamento messo faticosamente a punto dalle forze di governo, dopo una trattativa arrivata sull’orlo della crisi (il M5S si era fatto portavoce dell’ambientalismo più estremo, preoccupato dalla subsidenza e dalla distruzione dei fondali; la Lega di quanti ritengono la ricerca di idrocarburi fondamentale per lo sviluppo energetico del Paese). Ebbene, l’intesa, secondo Bonelli, «autorizzerà 15 nuove trivellazioni, 4 in mare e 11 sulla terraferma, tra cui una di fronte al Parco del Delta del Po all’interno delle 12 miglia». Il perché, è presto detto: «È vero che le autorizzazioni sono sospese per 18 mesi, fino all’approvazione del Piano per la Transizione Energetica, ma grazie ad un codicillo vengono fatte salve le istanze di concessione in essere alla data di entrata in vigore della legge e quelle comunque presentate sino alla data di pubblicazione della legge in gazzetta ufficiale. Il che significa fino a metà febbraio».

Il governo

Una ricostruzione che sembra confermata dalle parole del sottosegretario - leghista - all’Ambiente Vannia Gava («Nessun blocco alle perforazioni in corso: al termine di un lungo confronto abbiamo arginato alcuni eccessi ed evitato la sospensione delle proroghe delle concessioni in corso e ai procedimenti pendenti») e del coordinatore del Dipartimento Energia della Lega Paolo Arrigoni: «Grazie all’intervento della Lega sono salve le trivellazioni in corso. Se è vero che si sospendono le nuove ricerche, continuano le coltivazioni di idrocarburi e di gas e non vengono sospesi nemmeno gli iter autorizzativi di rilascio di nuove concessioni di estrazione». Tra queste vi sarebbe anche quella detenuta da «Po Valley operations pty ltd», la società che ha già concluso la fase di ricerca ed è ora in attesa della Valutazione di impatto ambientale per mettere in produzione il giacimento «Teodorico» a largo del mar Adriatico.

L’attacco

«Un caso eccezionale - attacca Bonelli - perché si scaverà all’interno delle 12 miglia marine attraverso un’interpretazione abnorme dell’articolo 35 del decreto Sviluppo del 2012». La piattaforma offshore dovrebbe essere realizzata a cavallo tra Veneto ed Emilia Romagna, sopra due giacimenti di gas connessi, Carola e Irma, perforati e testati tempo fa dall’Eni. Dovrebbero quindi essere realizzati due pozzi di 1.500 metri di profondità e una condotta di 12 chilometri. Secondo i modelli presentati dalla stessa Po Valley, secondo quanto riportato a inizio anno da Rovigo Oggi, «dopo 20 anni di sfruttamento ci sarebbe un abbassamento di 10 centimetri in prossimità della struttura e di due centimetri in un’area di 35 chilometri quadrati, che comunque si ferma a 20 chilometri dalla costa». «Tutte le richieste di permessi di trivellazione che arriveranno sulla scrivania del ministro dell’Ambiente Sergio Costa non verranno firmate» fanno sapere fonti del ministero. Ma Bonelli lo sfida: «È smentito dall’accordo tra Lega e M5S, quindi i casi sono due: o in parlamento viene votato un nuovo emendamento che annulla questo oppure Costa afferma che non rispetterà la legge».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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