28 giugno 2018 - 11:49

«Non ditelo a mia moglie». Scoperta e sequestrata la casa del sesso low cost

Denunciata la maitresse cinese, espulse due ragazze clandestine

di Milvana Citter

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CASTELFRANCO (Treviso) Un appartamento normale, in una palazzina normale, nel cuore di Borgo Pieve, in centro a Castelfranco Veneto. E uno strano viavai di persone, tutti uomini, che da qualche tempo animava scale e pianerottoli del condominio. Così tanto da far partire una segnalazione ai carabinieri che si sono messi a indagare, scoprendo che dietro la porta di quell’anonimo appartamento c’era in realtà una casa a luci rosse, dove avvenenti ragazze dagli occhi a mandorla si prostituivano per poco più di 30 euro. C’era appunto, perché ora con la maitresse denunciata e le prostitute rispedite in Cina, la casa d’appuntamenti low cost ha chiuso i battenti. E sono bastati pochi giorni d’indagine, ai carabinieri di Castelfranco Veneto guidati dal capitano Alessandro Albiero, per capire cosa c’era che non andava in quelle visite frequenti.

L’appartamento

La segnalazione in caserma, infatti, è arrivata a stretto giro, a farla i residenti insospettiti e probabilmente anche infastiditi, da quelle anomale e sconosciute presenze che, a ogni ora del giorno e della notte, entravano nel condominio, salivano le scale e s’infilavano in quell’alloggio. L’appartamento, di proprietà di un italiano, era stato affittato da qualche mese a una 43enne cinese, che risulta residente a Milano. E insieme a lei, vi abitavano altre due connazionali, più giovani. I carabinieri si sono subito messi a indagare, un’indagine condotta alla vecchia maniera, con appostamenti sotto il palazzo e controlli in vari orari del giorno. E hanno potuto constatare anche loro che in effetti, molti uomini di età diverse ogni giorno varcavano quel portone. Hanno così cominciato a fermarli e identificarli. Tra loro operai e artigiani, alcuni giovani, altri più anziani. A loro i carabinieri hanno chiesto il motivo per il quale si recassero in quella palazzina. E tutti, tra l’iniziale imbarazzo e, in alcuni casi, il terrore che lo venissero a sapere le mogli, hanno presto ammesso: «Ci andiamo per avere rapporti sessuali a pagamento». Prestazioni che, hanno ammesso, erano fornite da due ragazze a buon mercato, appena 30 euro a rapporto.

Il blitz

Mercoledì mattina è così scattato il blitz dentro l’appartamento. I carabinieri si sono presentati senza appuntamento e senza preavviso. Hanno suonato il campanello e ad aprire la porta è stata la maitresse 43enne cinese, che pensava a un cliente dell’ultimo minuto. Invece erano i militari che, ispezionando le varie le stanze trasformate in alcove, hanno trovato le due ragazze che si prostituivano. Due ragazze, connazionali della tenutaria, di 38 e 33 anni. Le due sono risultate essere clandestine in Italia e per questo subito prelevate e accompagnate in un centro di espulsione in provincia di Roma, da dove saranno presto rimpatriate in Cina. Per la 43enne invece è scattata una denuncia per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. L’appartamento è stato posto sotto sequestro e ora nel mirino dei carabinieri ci sono i proprietari. La loro posizione è infatti al vaglio degli inquirenti, per accertare se fossero all’oscuro dell’attività che si svolgeva nell’alloggio o se invece ne fossero a conoscenza. In quel caso per loro potrebbero esserci serie conseguenze.

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