19 luglio 2018 - 10:03

Torna dall’estero: «Quella chiesa è mia». E il parroco gli fa causa

Susegana, emigrato rivendica proprietà della Pieve di Sant’Anna

di Milvana Citter

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La chiesetta di Sant’Anna, a Collalto, in provincia di Treviso
La chiesetta di Sant’Anna, a Collalto, in provincia di Treviso

SUSEGANA (TREVISO) Una chiesetta dedicata a Sant’Anna frequentata da molti devoti per le varie celebrazioni e dove il 26 luglio, celebrazione della Santa, i fedeli si radunano anche per fare festa. E un pensionato che, rientrato dalla Svizzera dopo una vita da emigrante, reclama l’edificio: «Quella chiesa è mia». E per sottolineare il suo possesso denuncia chiunque lo contraddica, si rivolge alla Soprintendenza e caccia gli scout inviati dal parroco a fare campeggio sul prato circostante.

Il contenzioso

È la storia singolare che arriva dalla frazione di Collalto, a Susegana, e che sta tenendo banco nell’intero paese. In una guerra che vede combattersi a suon di carte bollate il privato e la parrocchia di San Giorgio, con i paesani già schierati con il parroco e pronti ad andare davanti al giudice per dire che «la chiesetta è della parrocchia, ci siamo sempre andati a messa e vogliamo continuare a farlo». Alla fine, per dirimere la questione, il parroco Stefano Sitta non ha potuto far altro che dare mandato all’avvocato Pierantonio Fadel di avviare una causa di usucapione dell’edificio sacro. Al centro della questione c’è la piccola pieve, le cui prime attestazioni risalgono al 1200, che nella sua lunga storia è sempre stata luogo sacro, con un preciso calendario di messe e funzioni. Meta di fedeli anche per la suggestione dei luoghi, con il bosco che la circonda, il fiume Soligo che la lambisce e una grotta che ricorda Lourdes. Sempre gestita dalla parrocchia, che negli anni si è occupata della sua manutenzione e delle ristrutturazioni. Tutti argomenti che, al pensionato non interessano. Appena rientrato dalla Svizzera, infatti, l’uomo ha fatto effettuare alcune misurazioni e, a suo dire, la chiesa insisterebbe, in parte, sui suoi terreni. Per questo ne rivendica la proprietà.

Le parole dell’avvocato

«Effettivamente abbiamo riscontrato che c’è una discrepanza tra il possesso come perdurato nei secoli e le mappe catastali – spiega l’avvocato Fadel -. Ma potrebbe trattarsi di un errore datato nel tempo, senza contare che l’edificio insiste anche su terreni di altri proprietari e nessuno di loro si è mai sognato di chiedere nulla». Per questo il parroco, fallita la mediazione con il presunto proprietario, ha deciso di procedere con una causa di usucapione: «Non resta altra via che quella di provare a regolarizzare la situazione – conclude Fadel -. Poiché deve prevalere la situazione di fatto, e cioè che da secoli, senza interruzione e senza alcuna contestazione, la parrocchia ha posseduto in modo pacifico, pubblico e continuato la chiesetta e il terreno sul quale si trova». L’iter è avviato, con la citazione di tutti i proprietari. Ora la parola passerà al giudice.

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