13 novembre 2018 - 08:16

La Pedemontana apre a dicembre

Il 4 saranno inaugurati i primi 10 chilometri fra Thiene e Breganze. Cadono nel vuoto i proclami dei Cinque Stelle. C’è un caso pedaggi

di Marco Bonet

shadow

VENEZIA La Pedemontana aprirà tra meno di un mese, il 4 dicembre. Apertura parziale, parzialissima, appena una decina di chilometri tra Thiene e Breganze, eppure importante dal punto di vista simbolico perché segna il punto di svolta per un’opera di cui si parla dagli anni Settanta, ancor oggi contestata, il più importante cantiere autostradale aperto in Italia. A rivelarlo è stato, in un’intervista al Messaggero, il vice premier Matteo Salvini, diventato suo malgrado il «garante» delle Grandi Opere in Italia rispetto agli alleati del Movimento Cinque Stelle. «Vedo che gli amici Cinque Stelle vogliono fermare la Pedemontana - ha detto Salvini - ma sarebbe un’assurdità. Il 4 dicembre aprono i primi dieci chilometri di questa infrastruttura cruciale. E dovremmo dire no grazie, smantelliamo tutto?». Il vicepremier leghista già in occasione della firma del protocollo di legalità insieme al governatore Luca Zaia, alla Scuola Grande di San Rocco alla fine di agosto, aveva promesso: «Torno presto per l’inaugurazione del primo tratto», ma la data definitiva è stata più volte cancellata e rimandata a causa di alcuni inconvenienti amministrativi (l’ultima volta era stata fissata per ottobre).

Lavori sulla Pedemontana (archivio)
Lavori sulla Pedemontana (archivio)

Tratta «pronta e funzionale»

La tratta interessata è quella tra Thiene e Breganze, nel Vicentino, pronta e «funzionale», come si usa dire in gergo tecnico, già da diverse settimane. Ciò che mancava, e ancora non è stato del tutto risolto, è l’accordo sui pagamenti (specie col Telepass) con Aiscat, l’associazione delle società concessionarie. Quando si affronta un lungo viaggio, infatti, ad esempio da Venezia a Torino, si attraversano tratte gestite da diversi concessionari che poi trovano la propria remunerazione, ciascuno per i chilometri di competenza, in quella camera di compensazione che è appunto l’Aiscat. Ma nel caso della Pedemontana l’arteria sarà gestita da un privato, mentre i pedaggi saranno incassati dalla Regione, sicché come si può armonizzare il sistema senza incappare in guai finanziari? La soluzione non è ancora stata trovata ma fonti della Regione confermano che sì, la data a cui si sta lavorando è quella del 4 dicembre (e per questo è già stata comunicata al vicepremier Salvini, così che possa tener libero il giorno in agenda). La tratta Thiene-Breganze, per quanto limitata, non ha però soltanto valore simbolico, come ha spiegato al Giornale di Vicenza Gaetano Marangoni, vicepresidente di Confindustria Vicenza: «Ho chiesto il massimo impegno di Regione e Sis per giungere all’apertura anticipata di qualche tratto: anche solo 6-7 chilometri dal Thienese a Breganze possono sembrare un tratto modesto, ma per le imprese dover uscire dal casello di Dueville per entrare nella viabilità lenta della provincia, oppure poter proseguire sulla A31 e svoltare poi fino a Breganze con una viabilità di grande scorrimento e tempi certi, sarebbe già una gran bella differenza».

Opera competata al 55 per cento

Detto che l’opera da 2,2 miliardi, il cui sedime è già stato interamente scavato da Montecchio a Spresiano, è completata per il 55%, nel 2019 dovrebbero aprire uno dopo l’altro gli altri lotti già terminati ma non ancora «funzionali» (ad esempio perché mancano i guardrail o i pannelli fonoassorbenti), tutti in provincia di Vicenza. Fondamentale, però, sarà lo sblocco della galleria tra Malo e Castelgomberto sequestrata tre anni fa nel tratto di Malo dopo la morte di un operaio, travolto e ucciso da un masso durante i lavori. Sembra che dopo aver chiesto tre pareri a tre periti diversi il tribunale berico sia prossimo ad una decisione nel merito. Questo sequestro, più della sbandierata contrarietà all’opera del Movimento Cinque Stelle, preoccupa l’amministratore delegato di Spv (la società che sta costruendo la superstrada), Matterino Dogliani, come lui stesso ci disse a margine dell’evento con Salvini e Zaia a Venezia: «Lì si decide tutto». Quanto ai pentastellati, le perplessità restano intatte ma finora alle minacce di revisione non è seguito alcunché. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli si è detto «preoccupato sia rispetto al livello di sostenibilità finanziaria sia in termini di costruzione che di gestione», per il vicepremier Luigi Di Maio «la Pedemontana è purtroppo un grande problema dal punto di vista economico e ambientale», il consigliere regionale Jacopo Berti continua a chiedere la revisione del Piano economico finanziario ma finora Sis e Regione hanno sempre detto no e insomma, intanto ci si vede al taglio del (primo) nastro il 4 dicembre, poi si vedrà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA