7 febbraio 2019 - 11:08

Treviso, sindaco leghista nega sala a don Ciotti. Scoppia la polemica, Moretti (Pd): «Metodi da regime»

Scardellato vieta l’uso pubblico del teatro. L’attivista religioso: «Vengo lo stesso»

di Gianni Favero

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«Metodi da regime»: l’ultima ad infuriarsi sull’affaire «sala negata a don Ciotti» è la consigliera regionale Pd Alessandra Moretti. Non smette di creare polemiche, infatti, la decisione del primo cittadino di Oderzo, Maria Scardellato, di negare il patrocinio e l’uso pubblico del teatro per un incontro dedicato alla lotta alla mafia con il sacerdote fondatore di “Libera” previsto per domenica prossima.

Don Luigi Ciotti
Don Luigi Ciotti

Politici e sindacati: «Ripensateci»

«Negare la sala a don Luigi Ciotti e a Libera significa stare dalla parte sbagliata - attacca Moretti - la lotta alle mafie e alla criminalità deve essere un obiettivo condiviso soprattutto da chi rappresenta le istituzioni». Ad intervenire sulla questione, ieri, anche il segretario generale della Cgil di Treviso Giacomo Vendrame: “Il sindaco di Oderzo riveda la propria scelta, non poter ascoltare don Luigi Ciotti in una sala comunale proprio nel nostro territorio, dove più volte viene denunciato il rischio di infiltrazioni mafiose nelle aziende e più in generale nel nostro sistema economico, significa negare la presenza del malaffare”.

Evento confermato (ma altrove)

Per il leader sindacale questo è «un altro brutto segnale ad opera di un’amministrazione leghista dopo che il comune capoluogo, nei giorni scorsi, era uscito dalla rete antidiscriminazioni Re.A.Dy». Nel frattempo, il diretto interessato, da Milano, annuncia: «Vengo lo stesso a Oderzo, gli organizzatori hanno trovato un’altra sala - spiega l’attivista religioso -. Io parlo di persone, parlo della dignità delle persone, chiunque esse siano, quindi si deve parlare dei migranti come delle persone a cui la mafia toglie la dignità. Noi parliamo di persone e nessuno può classificarle secondo le proprie esigenze o le proprie osservazioni».

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