12 giugno 2018 - 11:03

Treviso, elezioni: chi entra in Consiglio. E chi non ce la fa

Rosi mr preferenza, battuti Camolei e Michielan Il delfino Zampese accelera e supera Gentilini, Zanini non ce la fa

di Silvia Madiotto

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TREVISO La gara delle preferenze evidenzia per prima cosa chi ne ha prese tante, come il più votato Franco Rosi, eletto per la settima volta in consiglio comunale con 478 voti, e Riccardo Barbisan, già consigliere regionale leghista, alla terza candidatura e terza elezione con 416. Ma bisogna guardare anche chi non le ha prese e forse avrebbe dovuto, se non altro dopo cinque anni di maggioranza in Consiglio o in giunta. Il voto dell’esecutivo manildiano, tolti i risultati personali buoni di Liana Manfio (341, pari opportunità e partecipazione) e Roberto Grigoletto (340, vicesindaco, sociale e sicurezza) che vanno oltre quota trecento e sono gli unici a rientrare, è mediamente basso: 142 Luciano Franchin (cultura), Anna Caterina Cabino 97 (scuola), Marina Tazzer 85 (urbanistica); Alessandra Gazzola (bilancio) non candidata. Stupiscono in negativo i due assessori più in vista e che hanno inciso sulle politiche del centro storico, chi per le due piazze riqualificate e chi attraverso il rapporto con l’anima delle botteghe e delle attività produttive: Ofelio Michielan (lavori pubblici) 89 preferenze, Paolo Camolei (commercio) 98.

La nuova maggioranza

Nella lista leghista passano i nomi noti: Federico Caner, assessore regionale, Christian Schiavon segretario di circoscrizione, Giancarlo Da Tos consigliere uscente, l’ex presidente del Parco del Sile Nicola Torresan; poi i nuovi, l’assicuratore Matteo Marin, la «pasionaria» Claudia Tronchin e il ritorno di Roberto Borsato. La lista Conte prende una valanga di voti al simbolo ma poche preferenze ai suoi, porta ai Trecento per la prima volta Forza Nuova con Davide Visentin e gli indipendentisti con Silvia Nizzetto; tornano Giancarlo Iannicelli e l’ex assessore Sergio Marton, il consigliere Giorgio Torresan e la sorpresa è Massimo Zanon, uomo di sport e rugby. La lista Zaia Gentilini, pur inferiore nella percentuale, ha una dose gigantesca di voti personali: gran lavoro di Sandro Zampese (373, quaranta in più di 5 anni fa), il ritorno di Mirco Visentin e Antonio Dotto, cacciatori di teste over trecento; Giancarlo Gentilini si ferma a 297 che sono tante ma non per chi era arrivato a quota mille come lui ai bei tempi, e poi Giuseppe «Bepi» Basso ex assessore ai lavori pubblici a 220 (quasi il triplo dell’uscente); primo dei non eletti l’ex assessore Vittorio Zanini. Per Forza Italia entra il candidato senza tessera, ossia Davide Acampora, con 310 voti.

Centrosinistra

Nel centrosinistra gli eletti sono quasi tutti uscenti: nel Pd il più votato è Stefano Pelloni, 357 tutti suoi; poi Manfio, Grigoletto, l’attivissima consigliera Antonella Tocchetto e Michela Nieri, paladina dei diritti civili; entrerà anche Nicolò Rocco perché Manildo non manterrà lo scranno. Nella lista Manildo, che doveva essere il segno del cambiamento, passano gli ex Per Treviso Fabio Pezzato e Gian Mario Bozzo e Vittorino Benvenuti. Due gli eletti per Treviso Civica, il già presidente del Consiglio comunale Rosi, consigliere anziano che aprirà il primo consiglio, e Maria Buoso.

Gli altri

Entrerà il candidato sindaco grillino Domenico Losappio, così il Movimento 5 Stelle recupera il posto che fu di David Borrelli (la compagna Riva, candidata in Treviso Civica, non entra). Sparisce totalmente la sinistra, ed è la prima volta da decenni. Escluse tante facce note come Petra De Zanet (21), il presidente di Ascom centro storico Enrico Zanon (13), Enrico Renosto, fuori gli ex grillini Gnocchi e Avoncelli, i consiglieri di Impegno Casagrande e Negro, il gentiliniano Fanton.

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