27 aprile 2019 - 11:46

Migranti, scontro tra Salvini e la Chiesa

Accuse alla Caritas di Treviso («Mangiatoia finita»). Avvenire in campo: «Offende i volontari»

di Silvia Madiotto

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TREVISO Oltre alla «ruspa», evocata e fisicamente cavalcata nella lotta alle baraccopoli, oltre ai «buonisti» delle battaglie per i diritti e la tolleranza, c’è un’altra parola del vocabolario salviniano diventata mantra e pronunciata sistematicamente quando si tratta di commentare il sistema dell’accoglienza e il salvataggio dei profughi in mare. La «mangiatoia» dell’immigrazione clandestina. Stavolta però nel mirino non ci sono le Ong e nemmeno le coop ma la Caritas di Treviso, e più precisamente la decisione («sofferta, amara») annunciata una settimana fa di ritirarsi dai bandi per l’assistenza e integrazione dei richiedenti asilo promossi dalla Prefettura, a causa della riduzione dei finanziamenti per l’accoglienza che hanno comportato l’eliminazione di quasi tutti i progetti di inclusione, come i corsi di lingua italiana e di formazione. Salvini ne ha fatto una medaglia trionfando sui social, e ha scatenato la dura reazione del giornale dei vescovi, l’Avvenire: «Una palata di fango sulla Chiesa e sui tanti cristiani volontari che si occupano di poveri. Venga a vedere cosa fa davvero una Caritas per gli italiani e gli stranieri, e si ricrederà».

Il vicepremier Matteo Salvini (archivio)
Il vicepremier Matteo Salvini (archivio)

Il nuovo fronte

È un nuovo fronte di frizioni, scaturito dai temi che comandano una campagna elettorale perenne e oggi entrata nel vivo delle europee: sicurezza e migranti. Un dibattito che, da quando si è insediato il governo gialloverde, è sempre più nutrito di polemiche, tweet e dichiarazioni concise quanto slogan. Come spesso accade è la pagina Facebook di Matteo Salvini, segretario leghista e ministro dell’Interno, ad accendere la miccia: «La MANGIATOIA (maiuscolo) è finita, chi speculava con margini altissimi per fare “integrazione” (virgolette del vicepremier ndr), spesso con risultati scarsissimi, dovrà cambiare mestiere». Un’accusa pesante: aver guadagnato sulle difficoltà dei migranti. Il link sottostante il post su Facebook richiama proprio la scelta della Caritas e di alcune cooperative trevigiane: «È un bando irrispettoso e una scelta non lungimirante – spiegava Don Davide Schiavon - diciamo no ad affidamenti ponte, sono persone non pacchi postali. Noi abbiamo toccato la vera sofferenza. E chi vive di slogan muore di slogan». Ma se dalla Marca hanno preferito la linea morbida, argomenta in modo più articolato e pungente Francesco Riccardi, giornalista di Avvenire, in un lungo editoriale pubblicato per rispondere alla «macchina della propaganda» del vicepremier, ricordando che quella presa nella Marca è «una decisione condivisa da molte realtà non appartenenti al mondo ecclesiale, come cooperative e associazioni del Terzo settore, comitati della Croce Rossa».

L’attacco

Prende forma però, successivamente, un duro attacco contestando nei contenuti la breve sintesi di Salvini. «La Caritas negli anni scorsi ha cominciato a partecipare attraverso cooperative sociali a bandi pubblici su richiesta delle Prefetture e dello Stato che non erano in grado di assicurare ai richiedenti asilo che arrivavano nel nostro Paese una degna (e sostenibile) accoglienza in strutture pubbliche e con proprio personale, in chiave sussidiaria». Poi, il Decreto Sicurezza ha tagliato i rimborsi da 35 a 21/26 euro al giorno, trasformando l’accoglienza in un «mero servizio alberghiero o di gestione simil-carceraria», e la Caritas si è fatta da parte «non condividendo né le modalità né le finalità di un’accoglienza così svuotata di significato». L’affondo di Avvenire non finisce qui: «I casi di vera “mangiatoia” hanno riguardato false cooperative e imprenditori spesso in combutta con politici e funzionari pubblici corrotti e nulla, purtroppo, impedirà che ciò accada ancora da parte di persone e organizzazioni senza scrupoli. Le Caritas torneranno invece a concentrare i loro interventi finanziati con fondi propri e donazioni dei fedeli sull’accoglienza di secondo livello (dopo cioè la risposta sulla richiesta d’asilo) e in particolare verso le persone che lo stesso decreto Sicurezza ha finito per privare della protezione umanitaria. Così come proseguirà in altra forma, fuori dai centri di accoglienza straordinaria, l’opera di assistenza gratuita da parte di migliaia di volontari». Il giornale della Chiesa entra in netta contrapposizione con le posizioni di Salvini: «Vede, signor ministro, quando parla sui social di “mangiatoia”, di “speculazioni con altissimi margini”, non offende tanto e solo un organismo ecclesiale, la Caritas, ma migliaia di persone di buona volontà che non speculano, ma ci mettono del loro in termini di tempo e di soldi, e condividono con chi ha meno. Incontrando le persone in carne e ossa, non incrociandole virtualmente sui social».

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