23 novembre 2018 - 09:00

L’inchiesta di Gorizia. «Le chat su Whatsapp per pilotare le gare d’appalto»

Il pm ordina il sequestro di computer e telefonini. Zaia: si faccia chiarezza. Ma le imprese indagate negano

di Andrea Priante

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GORIZIA Nelle chat potrebbero nascondersi le prove del sistema con il quale le imprese del nordest pilotavano gli appalti. In alcuni dei decreti con i quali la procura di Gorizia ha disposto quasi duecento perquisizioni in Veneto e in altre regioni d’Italia, il pubblico ministero Valentina Bossi fa esplicito riferimento al «fondato motivo (...) che possano rinvenirsi tracce pertinenti al reato per cui si procede tra cui messaggi di posta elettronica e conversazioni Whatsapp memorizzati su computer, telefoni e altri supporti informatici».

Operai all’opera lungo il tracciato della Pedemontana Veneta, una delle grandi  opere finite nel mirino degli inquirenti (archivio)
Operai all’opera lungo il tracciato della Pedemontana Veneta, una delle grandi opere finite nel mirino degli inquirenti (archivio)

L’ipotesi

Il sospetto che emerge dalle indagini della guardia di finanza è che esistessero dei «cartelli» costituiti da società, soprattutto venete e friulane, che tra il 2015 e il 2018 avrebbero deciso a tavolino le offerte che ciascuna doveva presentare in sede di gara «in modo da permettere di volta in volta all’impresa individuata e facente parte della cordata - si legge dei decreti - di aggiudicarsi l’appalto alle condizioni più favorevoli». In cambio, l’assegnataria ricambiava il favore subappaltando i lavori alle ditte complici. Accuse ancora tutte da dimostrare. Ma proprio il blitz scattato all’alba di mercoledì ha consentito alla guardia di finanza di Gorizia di acquisire una mole enorme di materiale che potrebbe confermare la ricostruzione emersa finora. Compresa l’ipotesi che le offerte da presentare agli enti appaltatori venissero concordate anche attraverso uno scambio di e-mail e messaggini su Whatsapp tra manager e imprenditori del settore.

Cento persone

Finora sono un centinaio le persone indagate per aver alterato il regolare svolgimento delle gare, e circa centocinquanta le opere pubbliche «sospette», alcune delle quali ancora in fase di costruzione. Si va dai lavori nelle piste degli aeroporti di Venezia, Treviso e Villafranca, alla realizzazione della terza corsia sull’A4, dalla manutenzione delle strade Anas fino alla realizzazione della Pedemontana Veneta. In alcuni casi, i cantieri sarebbero stati portati avanti con l’impiego di materiali di qualità più scadente rispetto a quanto previsto dal contratto («Ma non c’è alcun pericolo per la sicurezza dei cittadini», ha assicurato il procuratore Massimo Lia) mentre un’altra pista investigativa ipotizza uno smaltimento irregolare di rifiuti. Gli enti appaltatori ripetono di essere «vittime» del raggiro, posizione ribadita ieri anche da Veneto Strade alla quale la procura di Gorizia ha chiesto tutti i documenti su una gara d’appalto del 2014. E lo stesso sostiene il presidente della Regione, Luca Zaia: «Ringrazio ancora una volta la procura, come ho fatto ad esempio anche col Mose, per aver avviato le indagini. Del resto la Regione, in alcune carte, risulta come parte offesa, per cui siamo molto interessati al fatto che sia fatta chiarezza».

Gli indagati

Intanto proseguono le prese di distanza da parte degli indagati: dai trevigiani del Gruppo Grigolin («Ci hanno chiesto anche documenti su appalti che abbiamo perso», ha raccontato uno dei soci, Roberto Grigolin) all’Asfalti Piovese dell’imprenditore Daniele Montesel («Non sono preoccupato»). Il colosso friulano delle costruzioni Rizzani de Eccher, sospettato di aver pilotato l’assegnazione di alcune commesse in corso di esecuzione per l’ampliamento a tre corsie della autostrada A4, si dice sicuro «della regolarità delle procedure di aggiudicazione» e di poter «dimostrare sin da subito l’assoluta infondatezza delle ipotesi di reato». E lo stesso fa la Pizzarotti Spa, che assicura di aver «agito nel pieno rispetto della normativa di legge, sia nella fase di gara che del conseguente affidamento dei lavori».

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