22 febbraio 2019 - 19:31

Infiltrazione mafiosa, il manifesto del Corriere del Veneto: «Ribelliamoci, difendiamo la nostra terra»

Una reazione concreta dopo la maxi-retata contro la Camorra a Eraclea. Una firma per difendere il territorio, l’economia e la democrazia. Il documento scritto per noi da Pierpaolo Romani, (Avviso Pubblico) quasi a quota 2mila firme

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Il Veneto si è svegliato con l’incubo delle mafie in casa. Una sensazione di vulnerabilità e di debolezza dopo il maxi-blitz di martedì 19 febbraio nel Veneziano, che ha portato all’arresto di oltre 50 persone. Non solo veri e propri boss della Camorra, trapiantatisi a Nordest, ma anche professionisti, direttori di banca, avvocati e pure un sindaco. Tutti di casa nostra (LEGGI i nomi delle persone coinvolte). Che avevano aperto le porte al metodo mafioso dei Casalesi. Di fronte a questo scenario — e in un quadro di sostanziale e generale sottovalutazione del problema protrattosi per anni —, abbiamo deciso come giornale di prendere posizione. E di sollecitare il nostro territorio ad una grande reazione. Soprattutto culturale. Lo facciamo attraverso un manifesto, scritto per noi da Pierpaolo Romani, coordinatore di Avviso Pubblico, l’associazione degli enti e delle amministrazioni contro le mafie, con cui chiediamo l’impegno di tutti a difendere il nostro territorio, la nostra economia e la nostra democrazia dall’attacco delle mafie. Eccolo. Al momento il documento è stato sottoscritto da circa 2mila persone

Il testo dell’appello

Il Veneto e il Nord Est non sono un’isola felice. Le mafie si sono radicate, non semplicemente infiltrate. Lo hanno fatto sfruttando a proprio favore la crisi economica, la sfiducia verso le istituzioni e i partiti, giovandosi anche di un certo consenso sociale presente in alcune fasce della popolazione, della politica, delle libere professioni, dell’economia e della finanza. È questo il dato che segna un passaggio di fase, come attestano le recenti inchieste giudiziarie, ed è questa è la consapevolezza che deve maturare in Veneto a livello politico, economico, sociale e culturale. Non basta dichiararsi sorpresi e indignati. Serve un impegno straordinario, a partire dalla politica, che si traduca in una maggiore capacità di reazione e di mobilitazione coordinata a livello generale, con un’attenzione particolare alla dimensione educativa e culturale. Le mafie si possono sconfiggere a condizione che non vi sia un’esclusiva delega alle forze di polizia e alla magistratura. Ognuno deve impegnarsi a fare la propria parte, difendendo i diritti, adempiendo responsabilmente ai propri doveri; rifiutando la cultura del favore e del privilegio, l’omertà e la violenza; evitando di essere indifferenti, superficiali, complici e conniventi; denunciando alle autorità competenti qualsiasi tentativo di minaccia, intimidazione e corruzione; non chiedendo voti, capitali, e «servizi» a mafiosi e corrotti. Impegniamoci per difendere il nostro territorio, la nostra economia e la nostra democrazia. Facciamolo per il presente e il futuro nostro e dei nostri figli, per mantenere viva la memoria di tante vittime innocenti di mafia che ricorderemo il 19 e il 21 marzo a Treviso e a Padova, nella Giornata regionale e nazionale a loro dedicata.

Firma anche tu

Ma tutti i nostri lettori (già centinaia le firme arrivate in queste ore) — e i lettori del Corriere della Sera — possono firmare l’appello lanciato dal Corriere del Veneto mettendo la loro firma sulla piattaforma Change.orga questo indirizzo. Oppure cliccando qui sotto. Oppure ancora scrivendoci una mail a web@corriereveneto.it

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