2 aprile 2019 - 08:22

Impasse sull’autonomia, Giorgetti: «Iter complicato, ma non si può tirarla lunga»

Il sottosegretario ieri a Venezia: «Migranti e popolari, colpa dell’Europa»

di Martina Zambon

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Venezia «Autonomia? Siamo all’impasse, non si va né avanti né indietro ma non possiamo tirarla lunga». Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio filosofeggia, stanco, pare, dalla lunga giornata veneziana. Nel pomeriggio ha parlato d’Europa a Ca’ Foscari, ma non solo. Perché l’Europa è l’innesco per ragionare di migranti e delle ex popolari venete propugnando una lettura del presente che si differenzia non poco - e non solo nei toni - dal cinguettio di governo salviniano.

Il sottosegretario Massimo Giorgetti
Il sottosegretario Massimo Giorgetti

Le polemiche

Difficile, però, tenere fuori dal solenne auditorium universitario l’onda lunga delle contestazioni dopo l’appoggio della Lega al Congresso internazionale delle famiglie di Verona. L’incontro con Giorgetti è stato preceduto da una contestazione da parte del collettivo cafoscarino Lisc. L’auditorium , sede del ciclo di incontri «Conversazioni sull’Europa», è stato occupato per un paio d’ore e l’arrivo di Giorgetti, considerato dai più, l’eminenza grigia della Lega di governo, accolto con uno sparuto gruppo di manifestanti al grido di «Vergogna». A far arrabbiare gli studenti, la scelta di ospitare «quella Lega - scrivono in una nota - che da porta avanti politiche di stampo razzista, sessista e, perché mai negarlo, fascista». L’elenco delle «imputazioni» è lungo: decreto Salvini, chiusura dei porti, decreto Pillon e la partecipazione al Congresso Mondiale della Famiglie a Verona cui si aggiungono rivendicazioni ambientaliste.

L’ammissione: «Siamo fermi»

Lui tira dritto e, in sala, interviene con toni pacati. «Sull’autonomia sembra che siamo all’impasse, mi pare non si stiano facendo né passi avanti, né passi indietro. Ora attendiamo i passaggi formali, è un percorso complicato, molto articolato». A insistere un po’, ricordando che il governatore Luca Zaia va ripetendo con costanza che se non passa l’autonomia «il governo va a casa», Giorgetti aggiunge: «Naturalmente il passaggio in parlamento ci deve essere però non vogliamo che si inneschi un processo che non abbia termine». L’alleanza legastellata, poi, proprio da Verona, traballa già di suo. Giorgetti glissa con un sorriso e risponde, paziente, alle domande degli studenti. Anche sull’autonomia.

Botta e risposta con gli studenti

Alla studentessa che gli chiede come si possano conciliare l’idea di federalismo e quella di un’Europa moderna, sottosegretario quasi sbotta: «Benissimo! Ad essere più in difficoltà sono gli stati-nazione, ad esempio nel confronto globale con giganti come la Cina». Dal palco, Giorgetti spiega e rispiega che l’Europa con regole anacronistiche deve cambiare le sue regole. «Sono stato da poco negli Stati Uniti. - racconta - e da lì l’Europa è vista come un continente vecchio, senza idee e incapace di decidere». Un principio che per Giorgetti è all’origine di molte situazioni complesse. «Il tema dei migranti, ad esempio - prosegue Giorgetti - lì l’Europa pretende che si applichino i principi dell’accordo di Shenghen che accetta i migranti politici e respinge quelli economici. Era il 1985, il mondo nel frattempo è cambiato, sono regole scritte per un mondo che non c’è più».

Crac delle popolari

Anche il crac delle popolari, non ultime quelle venete - Popolare di Vicenza e Veneto Banca - si spiegano con un peccato originale dell’Europa secondo Giorgetti: «L’obbligo alla continua ricapitalizzazione, le norme di Basile e così via, sono tutte regole scritte dalla Germania a propria immagine. Ora, con il cambio post Merkel, ci auguriamo che la stessa Germania trovi anche una soluzione»

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