18 aprile 2019 - 08:46

Elezioni europee: le liste del Nordest

Sotto la lente il possibile testa a testa fra il redivivo Pd e un M5S in difficoltà: sono 14 i seggi in palio

di Martina Zambon

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VENEZIA Esistono, è innegabile, «tipi da lista». Il «recidivo», che ci prova con caparbietà tornata dopo tornata anche se con esiti deludenti. L’evergreen che per decenni spunta spesso fra i primi nomi della lista. C’è il «blindato», quello che, preferenze o no, può concedersi festeggiamenti anticipati, fatto salvo il rito scaramantico di rigore. Ma la vera novità di questa tornata di elezioni europee è «il Carneade». Ci spieghiamo meglio. Non solo nelle immancabili micro liste fantasiose che apprezzano il gareggiare anche se consapevoli di non poter neppure sognare lo sbarramento del 4%, non solo nel Movimento 5 Stelle che professa democrazia & clic per scegliere i candidati sulla piattaforma Rousseau, persino nell’ormai mastodontica Lega di matrice salviniana, svettano nomi sconosciuti ai più. Peggio, sconosciuti allo stesso stato maggiore del Carroccio. Parliamo della circoscrizione del Nordest che ingloba, oltre al Veneto, anche Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. E il dato saliente della vigilia, a poco più di un mese dall’apertura delle urne, pare essere proprio questo, la carica di sconosciuti di manzoniana memoria. Una scelta non dettata dal caso che ha scatenato un brontolio fragoroso, soprattutto in casa Lega, soprattutto in Veneto. Un’altra scelta accomuna i principali schieramenti politici, anche a Nordest: il capolista di peso. E così, partendo proprio dal Carroccio che punta all’en plein, ecco capolista lo stesso Matteo Salvini. Val la pena analizzare i 14 nomi che seguono. Si parte con la tesoriera del Carroccio a Bologna, la poco nota Alessandra Basso. Segue l’europarlamentare uscente, la vicentina Mara Bizzotto (categoria «blindati» di cui sopra). E poi, ancora, Paolo Borchia, veronese, stimato tecnico veronese del gruppo della Lega a Bruxelles. Poco noto alla base, ça va sans dire. Segue una volitiva sindaca romagnola, Vallì «la Rossa» Cipriani, Rosanna Conte poco nota esponente del Carroccio di Portogruaro, nel Veneziano. Subito dopo incrociamo un altro nome blindato: Gianantonio «Toni» Da Re, segretario nathionaluscente e a seguire altri «emergenti». Spiccano, per assenza, tutti i «regionali»: Roberto Ciambetti, presidente dell’assemblea di Ferro Fini, l’assessore regionale Federico Caner, i consiglieri Fabiano Barbisan e Luciano Sandonà. Tutti spazzati via dal niet di via Bellerio. Si comprende il malanimo dilagante nei confronti dei cugini lombardi cui non è stato applicato lo stesso criterio.

Elezioni europee, si vota il 26 maggio
Elezioni europee, si vota il 26 maggio

Il Pd e Calenda

Si diceva del capolista «big». Il Pd punta tutto sull’ex ministro Carlo Calenda e sul feeling con gli imprenditori nordestini al punto da farlo traslocare a Padova. A scorrere la lista messa faticosamente insieme dai dem spicca il rientro di quella che era stata lady preferenze, Alessandra Moretti. Ci sono, poi, entrambi i nomi di Achille Variati, ex sindaco di Vicenza e di Paolo De Castro, già golden boy dell’agricoltura e del made in Italy a Bruxelles. I due sono stati al centro di un va e vieni che si è ricomposto solo sul filo di lana. Si ricandida la friulana Isabella De Monte ma spunta anche il prof simbolo dell’accoglienza dei migranti, il trevigiano Antonio Silvio Calò. E ci si imbatte in un altro ex sindaco, l’udinese Furio Honsell. E il quindicesimo nome della lista è quello dell’ex senatrice Laura Puppato. Il M5S ha puntato su Sabrina Pignedoli, giornalista anti mafia emiliana come capolista. Ci sono l’uscente (e dato per riconfermato) Marco Zullo e l’apprezzata Ulderica Mennella cui si aggiunge Simone Contro di Sandrigo, nel Vicentino, noto per essere amministratore delle chat del Movimento. Restano fuori nomi gettonati come la moglianese Cristina Manes e il padovano Giuliano Altavilla.Tornando a destra, Silvio Berlusconi capolista per Forza Italia - stesso schema - cui seguono, fra gli altri, Irene Pivetti e Roberta Toffanin ma anche il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia. Fratelli d’Italia ha come capolista, naturalmente, Giorgia Meloni che ha come «secondo» Sergio Berlato, il santo patrono delle doppiette venete e consigliere regionale che ci riprova. Da segnalare anche la transfuga Elisabetta Gardini che ha detto addio a Forza Italia pochi giorni fa, l’ex europarlamentare Remo Sernagiotto e anche «Siora Gina», una influencer in vestaglia e bigodini che sbanca i social network. Da tenere d’occhio l’accoppiata +Europa e Italia in Comune: capolista l’ex pentastellato Federico Pizzarotti che arruola, fra gli altri, Philippe Daverio, Giorgio Pasetto (il pasdaran anti congresso della famiglia tradizionale di Verona) e un altro ex pentastellato ed ex europarlamentare, David Borrelli inserito, pare di capire, in quota Bonino. Delle 20 liste presentate, 3 non sono state ammesse (Gilet Arancioni, Rispetto per tutti gli animali Ora e Parlamentare indipendente), altre possono regolarizzare: Partito Pirata e Destre Unite-Casapound. Ci sono poi:Popolo della famiglia, Popolari per l’Italia, Svp, Partito Animalista, Europa Verde e Popolo delle Partite Iva.

L’estrema destra

Spostandoci all’estrema destra, oltre a Casapound - Destre Unite, ecco la lista di Forza Nuova con capolista Roberto Fiore. La costellazione di sinistra, invece, si divide in due: La Sinistra con Silvia Prodi capolista e il Partito Comunista con Marco Rizzo al numero uno della lista. Secondo il politologo Paolo Feltrin, un seggio equivale a circa 6 punti percentuali. Alla Lega dovrebbero andarne 6, M5S e Pd, parimerito, potrebbero totalizzarne 3 a testa mentre altri due saranno contesi fra FI e FdI. «Anche se qualcosa potrà cambiare in nome del meccanismo dei resi» spiega Feltrin. In totale i seggi in palio sono 14. Il voto si esprime tracciando sulla scheda una X sul simbolo della lista prescelta. Si possono esprimere fino a tre preferenze per candidati della stessa lista. Nel caso si esprimano tre preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso pena l’annullamento. Possono votare tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto 18 anni entro il 26 maggio 2019, data del voto europeo.

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