4 febbraio 2019 - 07:53

Autonomia, Zaia avverte: «Questo è solo il riscaldamento»

Il governatore sprona Toninelli e avvisa: «Infrastrutture, non c’è ancora l’intesa»

di Marco Bonet

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VENEZIA «Per quel che mi riguarda siamo ancora alla fase del riscaldamento: è stata imboccata la strada giusta ma il traguardo non è ancora in vista, dobbiamo continuare a correre. Anche perché a questo punto, indietro non si torna». Da runner appassionato qual è, il governatore Luca Zaia si affida ad una metafora podistica per commentare lo stato della trattativa sull’autonomia. Ogni mattina c’è una nuova tappa segnata sulla mappa dai ministri, che sembrano essersi buttati a perdifiato nella riforma dopo essere rimasti a lungo sugli spalti, contrariati. Giulia Grillo, Sanità («Siamo d’accordo»), Marco Bussetti, Istruzione («Siamo a buon punto»), Danilo Toninelli, Infrastrutture («Grandi passi in avanti»).

Il governatore Luca Zaia
Il governatore Luca Zaia

«Non accetteremo prevaricazioni»

«Mi fa piacere leggere che tutti si stanno dando da fare, anche quelli che prima erano silenti sull’argomento finalmente hanno cominciato a rispondere. D’altronde siamo davanti ad un fatto epocale: avremmo mai detto che un giorno saremmo riusciti a portare l’autonomia del Veneto al centro dell’agenda del governo? Ora ci incontriamo a Palazzo Chigi per parlarne, quasi quotidianamente». Bene il metodo, dunque, quanto al merito, il governatore preferisce non sbilanciarsi più di tanto davanti alle indiscrezioni che trapelano da Roma: «Ospedali sì, ospedali no, strade sì, strade no... voglio vedere la proposta che mi verrà fatta il 15 febbraio, nero su bianco. Ma sia chiaro - avverte - quando si parla d’intesa si parla di un testo che soddisfa tutte le parti in causa, dunque come non ci saranno prevaricazioni a danno di Roma, così non accetteremo prevaricazioni a danno del Veneto. Sennò non firmo».

Le uscite di Toninelli

È una prevaricazione quella del ministero delle Infrastrutture, che alla richiesta di Palazzo Balbi di regionalizzare la rete autostradale ha risposto con un secco niet, ritenendo che l’unitarietà di questa, e della rete ferroviaria, sia di «preminente interesse nazionale»? Zaia risponde così in un’intervista al Corriere: «Per come conosco Toninelli mi rifiuto di pensare che questo sia il grillino-pensiero. Credo, invece, che quell’uscita sia il frutto delle pressioni di un ministero-brontosauro che non vuole cambiare pelle». Nessuno scontro, assicura Zaia, anzi, una mano tesa al ministro e un invito «ad essere grillino fino in fondo. Il M5S è una forza antisistema, nata per scardinare le vecchie logiche. Mi parrebbe strano che Toninelli si facesse condizionare dai burocrati del ministero più conservatore che ci sia. Le infrastrutture non possono non essere delegate alle Regioni».

Il governatore sprona i ministri

Insomma, «dica ai suoi dirigenti che non sta arrivando il camion dei traslochi. Noi vogliamo firmare con il governo un accordo solido, che si sviluppi con gradualità nell’arco di dieci anni e che sottoposto alle necessarie verifiche. Non cerchiamo scorciatoie». Zaia sprona i ministri ma vuole evitare di arrivare ad una rottura che sarebbe del tutto controproducente in questa fase per il Veneto. Come dimostra anche l’accoro, appena raggiunto, faticosamente, dopo dieci anni di attesa, proprio con il ministero delle Infrastrutture e Anas per la destinazione al territorio degli utili di Cav, la società mista Regione-Anas che gestisce il Passante di Mestre: «Parliamo di molti soldi, decine di milioni l’anno. Questo accordo ci permetterà di dare corso al Programma delle opere pubbliche della Regione, non c’è nulla da inventare, dobbiamo solo realizzare».

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