3 gennaio 2019 - 08:18

Reddito di cittadinanza anche agli extracomunitari. La Lega: «Sarà rivolta»

Ma i grillini: diventi legge così com’è. E oggi arriva Di Maio in Veneto

di Antonio Spadaccino

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Da Re
Da Re

VENEZIA«Il reddito di cittadinanza mi sta sulle scatole». Così esordisce il segretario nathional Toni Da Re, giusto per far capire che l’argomento in oggetto è di difficile digestione negli ambienti leghisti. Specie adesso che nella bozza della legge per combattere la povertà, che ha avuto l’ok per lo stanziamento dei fondi nell’ambito dell’approvazione della legge di Bilancio, c’è scritto che tra gli aventi diritto ci sono anche gli immigrati. Nell’ultimo testo in circolazione, infatti, si legge che il provvedimento va esteso anche agli stranieri, comunitari ed extracomunitari, con permesso di soggiorno e una residenza in Italia da almeno cinque anni (in pratica circa 400 mila). Il motivo? Perché solo così è legittimo.

Muro leghista

Un passaggio della bozza che ha spiazzato tutti, anche perché in precedenza il leader di M5s, Luigi Di Maio aveva lasciato intendere che i «non italiani» non erano contemplati. Certo, stiamo parlando di una bozza che può essere rivista in sede di decreti attuativi, ma il dibattito, specie in Veneto, è già aperto. «Serve fare barriera – dice Da Re – perché non esiste una cosa del genere. Credo sia necessario intervenire prima che la bozza diventi legge. Se il servizio sarà migliorato, saremo i primi a votare il reddito di cittadinanza, ma i correttivi, al momento, mi sembrano indispensabili. Altrimenti sarà rivolta… il retropensiero arriva alla base leghista, perché così com’è adesso le misure contro la povertà vanno contro le politiche dell’immigrazione volute da Salvini. Noi siamo per il “prima gli italiani” e su questo punto non si transige».

Il M5S tira dritto

Il problema è che a sentire una voce autorevole dell’alleato di governo, il proboviro grillino Jacopo Berti, la bozza dovrebbe andare avanti così com’è. «Quelli di Da Re sono discorsi da medioevo – dice -, ovvero di un mondo che non esiste più. Penso che se uno straniero viene in Italia, lavora, vuole integrarsi, paga i contributi e poi va in difficoltà economiche io sono felice di poterlo aiutare attraverso il reddito di cittadinanza affinché possa rientrare nel mondo del lavoro. Non ci deve essere pregiudizio nei confronti dello straniero. Per me chi non ha diritto a questo contributo sono coloro che desiderano solo mungere lo Stato, italiani o stranieri che siano. Mi sembra una posizione di buon senso che, tra l’altro, si rifà a concetti espressi ai tempi della Repubblica Serenissima».

Il Pd in mezzo

Posizioni divergenti, dunque, tra gli esponenti veneti delle due forze di governo. Oggi nel Bellunese è atteso il vicepremier e «padre» del reddito di cittadinanza, Di Maio. Spetterà a lui, si presume, fare chiarezza sull’argomento. Anche se ipotizza già come andrà a finire la deputata Pd Alessia Rotta, componente della Commissione Lavoro. «Personalmente troverei giusto - dice - che la bozza diventasse legge così com’è, ovvero contemplando anche gli stranieri. Ma credo sia impossibile che la Lega accetti questa versione, anche in considerazione del fatto che nel “decreto Salvini” si è raddoppiato (da due a quattro anni) il tempo per avere la cittadinanza italiana». Un attimo di pausa, un sospiro, e poi Rotta prosegue: «La bozza, tra l’altro, per me ha un valore pari a zero. Sono parole scritte sulla sabbia. Politicamente, ad esempio, questa apertura agli stranieri serve solo a quella parte di sinistra dei 5 stelle che si trova in difficoltà dopo che il movimento si è piegato ai diktat della Lega pur di resistere al governo».

La voce degli stranieri

E gli stranieri cosa pensano? Modou Diop, vicepresidente della Consulta Immigrazione, non ha dubbi: «Il reddito di cittadinanza - dice - è un aiuto che lo Stato italiano riserva ai cittadini senza lavoro. E nella categoria dei cittadini rientriamo anche noi extracomunitari che abbiamo lavorato, ricevuto gli assegni familiari, pagato le tasse al pari dei nostri fratelli italiani. Un aiuto alla povertà, tra l’altro, che potrebbe evitare agli immigrati che perdono il lavoro di cadere nella tentazione di delinquere». Ma con la Lega al governo... «Lo so, è difficile. La Lega quando va al potere punta sempre al Viminale per poter praticare le sue politiche contro l’immigrazione e parlare alla pancia dei suoi elettori per ricevere consenso. Ma se il reddito di cittadinanza non passerà così com’è noi lo impugneremo, siamo pronti a fare battaglia. Salvini è al massimo della popolarità, non lo nego. Ma la politica è impietosa e quando si inizia a scendere.. si fa la fine di Bossi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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